La cerimonia pubblica di onore ai caduti è fissata per venerdì 27 marzo alle ore 11.30 e prevede la deposizione delle corone al cippo in via della Pace, Loc La Ferrara, e sarà accompagnata dalla Banda della Marina Militare. Il programma della giornata prevede inoltre anche un incontro dei rappresentanti del Consolato USA con i ragazzi della Scuola Media Don Lorenzo Celsi che assisteranno ad un intervento del Copresidente del Comitato Unitario della Resistenza, Francesco Bernardi; ed una visita al Monastero Santa Croce del Corvo e all'antichissimo crocifisso ligneo del XII Secolo "Siamo onorati di poter ospitare nel nostro territorio l'Agente Consolare degli Stati Uniti d'America e il rappresentante del Consolato Generale. Una visita importante per ricordare un tragico evento avvenuto nella Seconda Guerra Mondiale, ma anche un bel gesto di amicizia da parte degli Stati Uniti. E' necessario fare tesoro della storia passata e le Istituzioni hanno il dovere di preservare la memoria di coloro che hanno perso la loro vita per la libertà altrui"
Le operazioni Ginny I e Ginny II furono due fallite missioni di sabotaggio tentate dallo Office of Strategic Services (O.S.S.) americano, durante la campagna in Italia nella Seconda Guerra Mondiale. L'obbiettivo delle missioni era di far saltare in aria un tunnel ferroviario nella linea Genova – Pisa, all'altezza di Framura, in modo da interrompere le comunicazioni tra la Germania e le forze tedesche impegnate, in quel periodo, negli aspri combattimenti di Cassino.
La prima missione, Ginny I, fu tentata nella notte tra il 27 ed il 28 febbraio 1944, quando 15 commando sbarcarono sulla terraferma ad ovest del piccolo comune di Framura; non riuscendo ad individuare il tunnel obbiettivo del sabotaggio, i commando si resero conto di essere sbarcati nel punto sbagliato, e quindi venne deciso di annullare la missione.
La missione Ginny II fu intrapresa il mese successivo, per tentare di portare a compimento gli intendimenti del piano originale. Il 22 marzo 1944 avvenne un nuovo sbarco, che tuttavia si rivelò nuovamente lontano dal punto prestabilito. I quindici commando, impossibilitati a ritornare indietro, vennero catturati da forze italo-tedesche due giorni dopo. Inviati a La Spezia per essere interrogati, nonostante vestissero uniformi militari, vennero fucilati la mattina del 26 marzo per ordine del comandante del LXXV Armee-Korps, generale Anton Dostler.
Per questo crimine, alla fine della guerra lo stesso Dostler venne condannato a morte da un tribunale militare americano, e fucilato ad Aversa, il 1º dicembre 1945.