Nato nella frazione levantese di Lizza il 15 aprile 1915, Cadelago cadde sotto il fuoco della guarnigione tedesca di Pontremoli il 15 aprile 1945, proprio nel giorno del suo trentesimo compleanno, nel corso di un attacco dimostrativo delle forze partigiane italiane e di alcuni reparti dell'esercito inglese che costò complessivamente cinque morti e tredici feriti alle forze partigiane.
Alla fine del conflitto gli venne attribuita la medaglia di bronzo al valor militare.
Levanto lo ricorda intitolandogli uno dei suoi giardini pubblici.
"Tenuto conto che la nostra cittadina, pur avendo offerto il proprio contributo alla lotta di liberazione, a parte uno dei "carruggi" del centro storico, intitolato a don Emanuele Toso, non ha vie o piazze dedicati al ricordo di persone che si sono contraddistinte o che hanno sacrificato la propria vita per assicurare agli italiani un futuro di libertà – dice l'assessore Luca Del Bello – abbiamo pensato che il settantesimo anniversario dal 1944 (l'anno più duro della guerra di liberazione) potesse rappresentare un'occasione per colmare questa lacuna. E abbiamo individuato Cadelago come significativo rappresentante tutti i partigiani protagonisti in quel drammatico periodo".
Durante la cerimonia di intitolazione della piazzetta (organizzata dal Comune insieme alla sezione "Anpi" di Levanto), che sorge proprio alla diramazione tra corso Italia e via Mazzini, interverranno i parenti di Manrico Cadelago, gli amministratori locali e Antonio Bianchi, membro del direttivo provinciale spezzino dell'Associazione nazionale partigiani e del Comitato unitario della Resistenza.