Conferme arrivano anche dall'Associazione Nazionale Città del Castagno che sta monitorando tutti i territori: "la raccolta sarà scarsa". Se non fosse stato per un andamento climatico molto negativo probabilmente il raccolto sarebbe stato più abbondante rispetto allo scorso anno a dimostrazione che la lotta al cinipide sta dando i primi incoraggianti frutti. Ne è convinto Mario Maffei, titolare dell'agriturismo "Montagna Verde" di Apella, uno dei principali promotori e produttori di farina della Lunigiana Dop. "Sarà una stagione più positiva rispetto allo scorso anno con un piccolo incremento di produzione di farina Dop. L'antagonista, lanciato 4 anni fa nei nostri boschi, ha migliorato la situazione. Certo, se il tempo ci fosse venuto incontro, oggi saremo qui a parlare di una stagione tutto sommato positiva". In parte si sono quindi ridimensionate le preoccupazioni di fine estate quando si temeva addirittura uno stop alla produzione della farina Dop a causa della mancanza di castagne. Preoccupazione rientrata come ha evidenziato il numero di richieste alla Camera di Commercio di Massa Carrara di inserimento nel sistema di controllo della "Farina di Castagne della Lunigiana D.O.P" a dimostrazione di un impegno a garantirne la continuità. Sono 14 i produttori, di cui 5 nuove, che potranno utilizzare il marchio Dop.
Ma l'andamento climatico fuori dagli schemi ha mandato in tilt anche le operose ed instancabili api il cui ruolo di "impollinatrici" è fondamentale in natura. Le temperature eccezionalmente fuori stagione nel mese di luglio ed agosto e la pioggia hanno sconvolto la routine delle api. A spiegarlo è il Consorzio di Tutela del Miele Dop della Lunigiana: "annata catastrofica dal punto di vista della quantità; – commenta Andrea Guidarelli, Presidente del Consorzio – siamo nell'ordine di una produzione inferiore fino al 90% per quanto riguarda castagno e acacia".
Il taglio dei raccolti italiani ha favorito le importazioni, che sono quasi raddoppiate: i consumatori avranno più del 50% di probabilità di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere provenienti soprattutto dalla Spagna, dal Portogallo, dalla Turchia e dalla Slovenia. Il rischio infatti è che per la mancanza di un sistema trasparente di etichettatura le castagne importate vengano spacciate come nazionali mettendo a rischio anche le produzioni locali sopravvissute fino ad ora. Per queste motivazioni – sostiene la Coldiretti, è necessario che le Istituzioni, oltre a continuare le attività di lotta al cinipide, mettano in campo azioni determinanti per il rilancio del settore, tra cui sicuramente più controlli sull'origine delle castagne messe in vendita per evitare che diventino tutte, incredibilmente, castagne italiane. Se non si vuole correre il rischio di acquistare spesso a caro prezzo caldarroste straniere in vendita nel centro delle città, la Coldiretti invita i consumatori a prestare attenzione alla qualità e suggerisce di ricorrere a un più genuino fai da te casalingo per garantirsi un prodotto fresco, sicuro e a costi accessibili. Meglio allora frequentare i mercati degli agricoltori di Campagna Amica o le sagre in programma in questi giorni in tutta Italia dove è possibile fare buoni acquisti di alta qualità oppure rivolgersi alle imprese agricole e riscoprire il gusto di partecipare nei boschi alla raccolta delle castagne.