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Lunigiana, castagne dimezzate e api sconvolte dal clima In evidenza

Stagione "nera" per la più buona ed amata regina dell'autunno: la castagna. Dopo l'olio con un raccolto che si avvia verso un generale dimezzamento, anche per "l'italico albero del pane" – così lo chiama Giovanni Pascoli – le previsioni non sono affatto positive.

A fornire un primo bilancio è Coldiretti Massa Carrara che teme insieme al progressivo abbandono dei castagneti, una nuova invasione di castagne dall'estero per compensare una domanda che in questi mesi è molto importante. Elemento basilare dell'alimentazione e del sostentamento dei lunigianesi (e dei toscani) per secoli, la generosità dei boschi della Lunigiana è costretta a fare ancora i conti con gli effetti del cinipide galligeno, "la vespa killer" che arriva dalla Cina, malgrado i primi incoraggianti segnali di "guarigione", e con le condizioni climatiche sfavorevoli che hanno aggravato un andamento già di per se molto negativo. In Lunigiana, così come nelle montagne massesi, si raccoglieranno dal 50% al 60% di castagne in meno con conseguenze su due dei prodotti simbolo della nostra biodiversità agroalimentare: la Farina della Lunigiana Dop ed il Miele di Castagno Dop della Lunigiana. Secondo Coldiretti il back out del castagno produrrà un danno per la mancata vendita del prodotto alle aziende specializzate, da quelle che producono e commercializzano la farina agli apicoltori passando per la ristorazione e centinaia di posti di lavoro in bilico. "La castagna è uno dei prodotti principali della nostra agricoltura che da alcuni anni sta soffrendo a causa di raccolti magrissimi che non trovano riscontro negli investimenti che sono stati fatti; – spiega Vincenzo Tongiani, Presidente Provinciale Coldiretti – è necessario attivare per le aziende agricole della filiera del castagno indennizzi compensativi in attesa che l'antagonista della vespa killer faccia il suo dovere. Fino a che i castagni non torneranno produttivi la continuità della castanicoltura è a rischio nella nostra provincia".

Conferme arrivano anche dall'Associazione Nazionale Città del Castagno che sta monitorando tutti i territori: "la raccolta sarà scarsa". Se non fosse stato per un andamento climatico molto negativo probabilmente il raccolto sarebbe stato più abbondante rispetto allo scorso anno a dimostrazione che la lotta al cinipide sta dando i primi incoraggianti frutti. Ne è convinto Mario Maffei, titolare dell'agriturismo "Montagna Verde" di Apella, uno dei principali promotori e produttori di farina della Lunigiana Dop. "Sarà una stagione più positiva rispetto allo scorso anno con un piccolo incremento di produzione di farina Dop. L'antagonista, lanciato 4 anni fa nei nostri boschi, ha migliorato la situazione. Certo, se il tempo ci fosse venuto incontro, oggi saremo qui a parlare di una stagione tutto sommato positiva". In parte si sono quindi ridimensionate le preoccupazioni di fine estate quando si temeva addirittura uno stop alla produzione della farina Dop a causa della mancanza di castagne. Preoccupazione rientrata come ha evidenziato il numero di richieste alla Camera di Commercio di Massa Carrara di inserimento nel sistema di controllo della "Farina di Castagne della Lunigiana D.O.P" a dimostrazione di un impegno a garantirne la continuità. Sono 14 i produttori, di cui 5 nuove, che potranno utilizzare il marchio Dop.

Ma l'andamento climatico fuori dagli schemi ha mandato in tilt anche le operose ed instancabili api il cui ruolo di "impollinatrici" è fondamentale in natura. Le temperature eccezionalmente fuori stagione nel mese di luglio ed agosto e la pioggia hanno sconvolto la routine delle api. A spiegarlo è il Consorzio di Tutela del Miele Dop della Lunigiana: "annata catastrofica dal punto di vista della quantità; – commenta Andrea Guidarelli, Presidente del Consorzio – siamo nell'ordine di una produzione inferiore fino al 90% per quanto riguarda castagno e acacia".

Il taglio dei raccolti italiani ha favorito le importazioni, che sono quasi raddoppiate: i consumatori avranno più del 50% di probabilità di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere provenienti soprattutto dalla Spagna, dal Portogallo, dalla Turchia e dalla Slovenia. Il rischio infatti è che per la mancanza di un sistema trasparente di etichettatura le castagne importate vengano spacciate come nazionali mettendo a rischio anche le produzioni locali sopravvissute fino ad ora. Per queste motivazioni – sostiene la Coldiretti, è necessario che le Istituzioni, oltre a continuare le attività di lotta al cinipide, mettano in campo azioni determinanti per il rilancio del settore, tra cui sicuramente più controlli sull'origine delle castagne messe in vendita per evitare che diventino tutte, incredibilmente, castagne italiane. Se non si vuole correre il rischio di acquistare spesso a caro prezzo caldarroste straniere in vendita nel centro delle città, la Coldiretti invita i consumatori a prestare attenzione alla qualità e suggerisce di ricorrere a un più genuino fai da te casalingo per garantirsi un prodotto fresco, sicuro e a costi accessibili. Meglio allora frequentare i mercati degli agricoltori di Campagna Amica o le sagre in programma in questi giorni in tutta Italia dove è possibile fare buoni acquisti di alta qualità oppure rivolgersi alle imprese agricole e riscoprire il gusto di partecipare nei boschi alla raccolta delle castagne.

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