L'iniziativa per l'edizione 2014 è stata presentata quest'oggi dall'assessore all'ambiente e alla protezione civile Raffaella Paita che ha confermato il progetto. In testa alla classifica la provincia della Spezia con il numero maggiore di ecofeste (40), seguita dalla provincia di Genova (33), da quella di Savona (16) e da Imperia con 8. Saranno 72 i Comuni coinvolti: nella provincia di Genova (Torriglia, Portofimno, Genova, Cogoleto, Sori, Valbrevenna, Mignanego, Moneglia, Lavagna, Arenzano, Borzonasca, Savignone, Sestri Levante, Casarza Ligure, Busalla, Leivi), nella provincia della Spezia ( Bolano, Sesta Godano, Santo Stefano, Castelnuono, Carrodano, Rocchetta, Deiva Marina, Follo, Ricco', La Spezia, Varese Ligure, Lerici, Pignone, Maissana, Calice), nella provincia di Imperia (Diano, Apricale, Rezzo, Rocchetta Nervina, Seborga, Pigna, Perinaldo, Triora) e nella provincia di Savona (Noli, Altare, Finale Ligure, Cairo Montenotte, Savona, Stella). Giunte alla quinta edizione le Ecofeste che sono inserite nel piano regionale di gestione dei rifiuti, in fase di approvazione, prevedono oltre alla separazione dei diversi tipi di rifiuti recuperabili, l'uso di stoviglie riutilizzabili o biodegradabili, e l'uso dell'acqua del rubinetto. A queste azioni si affiancano anche eventi e azioni informative e di sensibilizzazione gestite dalla Rete regionale dei Centri di educazione ambientale (CEA) che collaborano fin dalla progettazione delle feste e presidiano gli eventi con punti di incontro ed iniziative, realizzate anche con il supporto dell'associazione dei produttori di bioplastiche, grazie ad un protocollo d'intesa promosso dalla Regione. Nel 2013 le Ecofeste sono state 32 a Genova, 12 ad Imperia, 21 a La Spezia e 12 a Savona. Grazie alle iniziative adottate lo scorso si sono recuperate 43 tonnellate di scarti biodegradabili, raccolti e avviati a compostaggio in impianti fuori regione, 14 tonnellate di carta, 8 tonnellate di vetro e oltre 5 tonnellate di plastica. Nel 2013 sono state raccolte ed affidate alle aziende che ne curano il recupero più di 5 tonnellate di olio per frittura che, se non gestito correttamente, rappresenta, un materiale di rilevante impatto per gli impianti di trattamento.