Le associazioni di categoria, tra cui CNA Balneatori, unitariamente e a gran voce denunciano la situazione di evidente svantaggio competitivo rispetto alle imprese concorrenti ubicate in Paesi nostri diretti competitori (ove, per esempio, la durata delle concessioni è di gran lunga superiore alla nostra come la Spagna, il Portogallo e la Croazia) è aggravata dalla completa paralisi di nuovi investimenti che sono inibiti da un assetto normativo che va profondamente riformato eliminando la condizione di precarietà che attualmente caratterizza le imprese che operano su pubblico demanio. Tale condizione, unita all'altra paradossale di "impresa a tempo determinato" che si è venuta a creare, scoraggia gli investimenti, mortifica la professionalità e la peculiarità del "prodotto balneare" italiano costituito prevalentemente da piccole imprese familiari che sono state in grado, con il rapporto personale tra gestore e cliente, di garantire l'eccellenza del servizio e la fidelizzazione della clientela. I balneatori Liguri di CNA si sono riuniti alla Spezia per affrontare i temi del settore "Le regole per le concessioni demaniali marittime ad uso turistico ricreativo che hanno, sin qui, permesso e aiutato a crescere il complesso mondo della balneazione italiana, necessitano di una loro profonda ed estesa riscrittura perché ormai snaturate e profondamente modificate dalla cosi detta Bolkestein e da nuove leggi incomplete e precipitose - dichiara Cristiano Tomei, coordinatore nazionale della categoria - Necessitano soluzioni innovative che garantiscano modalità di affidamento delle concessioni, la loro durata, la natura delle opere, le delimitazioni dei beni demaniali, i criteri di determinazione dei canoni, le fattispecie estintive e modificative, la sovrapposizione di soggetti titolari delle funzioni". CNA Balneatori e le associazioni di categoria concordano con quanto più volte sollecitato dalla Conferenza delle Regioni, da ANCI e UPI, di emanare al più presto una legge quadro per assicurare quel riordino organico e omogeneo dell'intera materia non più eludibile o rinviabile. In tale riordino è di particolare centralità ed urgenza la salvaguardia delle aziende attualmente operanti. In questi anni, prima della situazione di precarietà, la continuità delle imprese e con essa gli investimenti non solo di capitali, ma soprattutto del lavoro ha comportato occupazione per oltre 100.000 persone. Le imprese della balneazione ligure, ribadiscono indispensabile giungere al più presto ad una soluzione che garantisca tutte le imprese. A tal fine è urgente che il Governo individui al suo interno a chi assegnare una specifica delega per riavviare con la massima urgenza un tavolo di lavoro, confronto ed elaborazione tra istituzioni, forze politiche ed imprese. "Per fare ciò occorre una precisa scelta politica e un deciso impegno del Governo, del Parlamento e delle Istituzioni – dichiarano Giacomelli e Zolesi, responsabile e presidente dei balneatori spezzini - a difesa della balneazione attrezzata italiana quale irrinunciabile fattore di qualità e di vantaggio competitivo nel mercato turistico internazionale del prodotto mare, superando gli ostacoli normativi e burocratici che impediscono gli investimenti per il suo ulteriore sviluppo".