Da allora il 25 ottobre è la giornata provinciale della protezione civile: giornata della memoria che diventa consapevolezza e consapevolezza che diventa azione.
Invito tutti a ricordare con un silenzioso pensiero le 11 vittime: tra queste Sandro USAI, volontario della protezione civile, deceduto durante le operazioni di soccorso a Monterosso..
E' dimostrato che l'esperienza costituisce uno straordinario mezzo di conoscenza e di apprendimento in grado di modificare prima e orientare poi i nostri comportamenti e le nostre scelte. Ciò avviene però in misura sempre più attenuata via via che il ricordo si affievolisce e finisce nella soffitta della nostra coscienza sopraffatto da ricordi e da esperienze più recenti.
Purtroppo dopo quei giorni di ottobre di 2 anni fa, abbiamo ancora vissuto scene simili di angoscia, di sofferenza e di dolore. E così, i fenomeni meteorologici sono entrati a far parte della nostra vita e non solo del nostro vissuto e le previsioni del tempo sono ormai un anticipo di telegiornale piuttosto che l'appendice della pubblicità.
E' la memoria che diventa consapevolezza: che piogge estremamente concentrate e rovinose non sono più eventi rari; che il rischio di alluvione deve essere attenuato con idonee misure di difesa ed un'attenta gestione del territorio ma che quasi mai potrà essere del tutto eliminato; che la sicurezza si realizza a partire dai nostri comportamenti quotidiani, tra le mura di casa innanzitutto e poi negli altri luoghi che frequentiamo per lavoro o per divertimento.
Che dobbiamo essere preparati ad affrontare nuove emergenze.
La Protezione Civile vuole contribuire a diffondere e consolidare questa consapevolezza e trasformarla in azione.
E' questo lo scopo del convegno odierno che abbiamo voluto dedicare al "rischio sismico" per fare memoria, consapevolezza ed azione dell'esperienza diffusamente vissuta tra la popolazione di scosse sismiche ripetutesi, senza danni significativi nella nostra provincia, tra maggio 2012 e luglio 2013.
Si inserisce tra le iniziative che si svolgono nel corso dell'anno a cura dei Comuni, della Provincia, dei Vigili del Fuoco per fare conoscere come la comunità locale, in un quadro di stretta cooperazione ed integrazione con i servizi provinciali, regionali e statali, si sta organizzando per resistere all'impatto delle calamità e cosa ciascuno può fare per proteggere sé stesso e la propria famiglia e per aiutare gli altri.
Grande è l'impegno per costruire un sistema permanente di efficace risposta all'emergenza e decine di associazioni con centinaia di volontari contribuiscono a rendere quanto mai evidente con le loro divise multicolori la natura autenticamente comunitaria e popolare dell'organizzazione di protezione civile.
Ma la protezione propria e dei propri cari non può responsabilmente essere completamente delegata: ciascuno di noi deve conoscere le modalità di diffusione degli allarmi, comprenderne il significato per assumere i comportamenti più appropriati ed essere in grado di provvedere da solo nell'immediatezza dell'evento e nelle successive 24-36 ore.
In particolare per il rischio sismico, la protezione non può venire – allo stato attuale- da un allarme precoce ma sono fondamentali gli interventi di adeguamento e mitigazione sui fabbricati che possono essere meglio definiti grazie alla conoscenza sempre più puntuale dei fenomeni e della vulnerabilità sismica degli edifici. A questo tema abbiamo voluto dedicare uno spazio ampio nel convegno odierno e ringrazio i relatori, il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, la Regione Liguria, la Regione Toscana, la Provincia della Spezia, l'INGV di Pisa e La Spezia, l'Ordine degli Ingegneri della Spezia per la loro disponibilità ed il loro contributo. Un ringraziamento particolare al Ministro dell'Ambiente On. Andrea Orlando che ha accettato di concludere questo Convegno.
Una priorità per i prossimi anni rimane favorire e sviluppare la capacità di autoprotezione di quanti vivono nelle aree più a rischio del territorio anche attraverso la formazione di "operatori di vicinato" con il compito di costituire punti di riferimento per le autorità di protezione civile, sia nella fase di allarme che nella gestione dell'emergenza, e soprattutto per le altre famiglie che vivono nello stesso condominio, isolato o borgata. In altre parole occorre rafforzare la coesione sociale per poter vivere meglio ... anche in situazioni di emergenza.
L'eroismo dimostrato dalle popolazioni colpite in occasione dell'alluvione del 2011 con tanti gesti di "attiva solidarietà" nei confronti dei più prossimi costituisce un ottimo presupposto per il raggiungimento di questo ambizioso obiettivo.