Giunto alla fase finale, dopo uno stop dovuto alla pandemia, il progetto pilota per la costruzione di cremagliere in località Zanego alla Serra.
Il progetto prevede la realizzazione di due cremagliere, sulla falsa riga di quelle già presenti alle Cinque Terre, che facilitino l’accesso ai terreni incolti inaccessibili dalla strada provinciale della Serra, così da rendere più agevole lo spostamento di attrezzi e prodotti agricoli da e per quei terreni che rientreranno nel piano di recupero degli uliveti abbandonati portato avanti dall’Amministrazione in collaborazione con la neonata Cooperativa di Comunità lericina. Il piano ha come finalità non solo quella di recuperare terreni incolti, ma anche di salvaguardare il territorio e l’ambiente attraverso la tutela della rete sentieristica e il ripristino dei tradizionali muretti a secco.
“Il progetto, già sul tavolo da diversi anni ma interrotto dalla pandemia, è un campione per facilitare i privati che potranno mettere a disposizione della Cooperativa di Comunità i loro terreni in stato di abbandono ma ancora utili alla produzione di olio e altri prodotti agricoli. Se sarà un incentivo effettivo per i proprietari terrieri della zona, se ne potrebbero realizzare molti altri. Solo ieri abbiamo fatto un incontro con il vicesindaco e l’assessore all’ambiente di Ameglia che sono interessati al progetto e potrebbero realizzarlo anche loro, sul versante collinare che interessa il loro Comune”, spiega Antonio Cosenza, responsabile del progetto per l’amministrazione comunale.
Cosenza continua: “La realizzazione delle cremagliere vale all’incirca 220 mila euro, che saranno finanziati per intero dalla Regione Liguria, ed è subordinata ad una serie di accordi che stiamo stipulando tra proprietari terrieri, Cooperativa di Comunità e Comune di Lerici”.
Il sindaco Leonardo Paoletti inserisce il progetto in una dimensione più ampia: “Il progetto rientra in un piano più ampio di recupero ambientale, paesaggistico e culturale che vede Lerici impegnata nella promozione dei prodotti tradizionali della propria gastronomia, dalla mitilicultura, all’olio, agli erbi tipici delle nostre campagne. Stiamo lavorando in questa direzione da tempo per poter ottenere la nomina di Città creativa Unesco nel settore della gastronomia”.