"La Liguria e il Paese ripartono dopo le festività ed entrano in vigore sia le misure previste nell’ultimo provvedimento del governo sia l’ordinanza regionale che spero possa semplificare la vita di molti cittadini, equiparando il tampone antigenico rapido e il tampone molecolare per l’accertamento della positività, per l’uscita sia dalla quarantena che dall’isolamento. Nelle prossime settimane ci saranno ancora delle difficoltà, dei momenti di confusione ma il sistema regionale c’è, sta lavorando su tutti i fronti senza particolari punti di emergenza. La macchina è rodata. Sappiamo di dover contrastare una variante Omicron che si sta diffondendo molto rapidamente ma che ha anche alcuni vantaggi rispetto alla gravità della malattia, in particolare per le persone vaccinate. Riteniamo quindi di poterla affrontare con la prudente apprensione che serve ma conoscendo il nemico e avendo messo in campo gli strumenti necessari”. Così il presidente della Regione Liguria e assessore alla Sanità Giovanni Toti ha fatto il punto sull’andamento della pandemia.
In merito all’ordinanza regionale “con l’equiparazione dei test rapidi antigenici ai molecolari speriamo di sciogliere quel collo di bottiglia che si è creato con i tamponi molecolari – prosegue Toti - in base ad un sistema che sta dando problemi per la verità in tutta Italia e che non è più in grado di reggere i ritmi di un’infezione che si espande vorticosamente sia pure con una proiezione sugli ospedali fortemente limitata grazie alla vaccinazione. In sostanza da oggi in Liguria il test rapido antigenico effettuato presso uno degli erogatori accreditati sarà sufficiente per decretare la positività e, poi, il termine della quarantena e anche l’uscita dalla malattia. In quest’ultimo caso l’ordinanza prevede infatti la possibilità, trascorso il periodo di isolamento previsto e trascorsi tre giorni senza sintomi, di uscire da casa per poter certificare la propria negatività”.
Per quanto riguarda l’andamento della pandemia, “gli ospedalizzati sono in lieve calo – prosegue Toti - e speriamo sia un segnale positivo rispetto ad una crescita ancora molto rilevante dei contagi. Ci aspettiamo che anche le ospedalizzazioni possano crescere nelle prossime settimane. Per questo potenzieremo ancora la disponibilità di posti letto nelle strutture territoriali a bassa intensità e inseriremo nuovamente anche la Protezione civile nella loro gestione per consentire di superare il picco senza particolari difficoltà. Questo è importante perché questa malattia si sta diffondendo con grande virulenza e produce anche un numero importante di malati ma certamente è qualcosa di molto diverso da quello che abbiamo visto nel recente passato. Devo anche dire che la capacità di gestione con gli anticorpi monoclonali e nuovi antivirali speriamo possa portare ad un’ulteriore riduzione degli ospedalizzati, anche grazie all’aumento costante delle nuove prime dosi e delle dosi booster di vaccino”.
Per quanto riguarda la campagna vaccinale il presidente della Regione Liguria afferma: "Cercheremo di raggiungere le 100mila dosi settimanali. Tutte le prime dosi sono possibili a presentazione, anche se il consiglio è di prenotarsi per evitare code e disagi. Le prenotazioni di Liguria Digitale sono già su quei numeri. Oggi siamo al 99% dei vaccini somministrati rispetto a quelli consegnati: conto di poter arrivare a 100mila dosi settimanali entro un paio di settimane al massimo visto che il generale Figliuolo ha sempre accolto alle nostre richieste di vaccini”.
Da oggi, lunedì 10 gennaio, è inoltre possibile prenotare la dose booster a distanza di quattro mesi dall’ultima vaccinazione ricevuta, nel rispetto delle ultime indicazioni ministeriali.
SCUOLA
Secondo il presidente della Regione Liguria “sarebbe stato surreale tener chiuse le scuole, dove ci sono regole molto ordinate, e poi lasciare i bambini andare in pizzeria con i genitori, giocare a calcetto o fare qualsiasi attività ludica senza però lasciar loro frequentare la scuola. Quando abbiamo chiuso le scuole, in passato, eravamo in lockdown. Oggi invece il Paese riapre e le persone tornano al lavoro. Il Governo ha dichiarato di impugnare ogni ordinanza che preveda la chiusura delle scuole da oggi, data decisa per la riapertura: noi non abbiamo mai pensato di agire con un’ordinanza, ben sapendo che nell’età scolare è un’età di ampia circolazione del virus ma nella consapevolezza che, in un paese totalmente aperto, la chiusura delle scuole avrebbe costituito un disallineamento importante, anche sotto il profilo dei valori”.
Per quanto riguarda l’esecuzione dei tamponi “saranno affidati alla medesima rete dei soggetti autorizzati nell’ordinanza – aggiunge Toti - quindi hub pubblici e privati accreditati, farmacie, laboratori privati accreditati, medici di medicina generale e pediatri. Ovviamente per quanto riguarda i costi, questi tamponi saranno a carico del sistema sanitario regionale, sia per attestare la positività sia in uscita, in linea con quanto previsto dal decreto e dall’ultima circolare ministeriale”.
L'andamento della pandemia in Liguria
Filippo Ansaldi, direttore generale Alisa, afferma: "Anche la scorsa settimana abbiamo osservato un incremento dell’incidenza dei contagi che ha sfiorato per la nostra regione i 1000 casi ogni 100 mila abitanti. L’incidenza è costante e abbastanza omogenea nelle quattro province liguri.
Ricostruendo l’andamento della pressione ospedaliera nelle ultime settimane, abbiamo osservato una importante crescita del numero degli accessi, fino al 15 di dicembre. Poi nei successivi 20 giorni l’incidenza relativa ai pazienti che entrano in ospedale è stata costante. Negli ultimi 5 giorni abbiamo avuto nuovamente un sostanziale incremento che ci ha messo un po’ in difficoltà.
Dalle nostre elaborazioni grafiche si vede bene come la media intensità sta crescendo con un RT di 1.3 seguendo piuttosto fedelmente questo modello. Questo ha portato a superare già dai primi giorni di gennaio il limite che avrebbe potuto portare la Liguria in zona arancione, se anche gli altri parametri avessero seguito un medesimo andamento. Teniamo conto che circa un quarto dei casi di ricoveri in media intensità è riconducibile alla nostra struttura demografica. Ma la situazione è diversa per quello che riguarda la terapia intensiva. Qui il peso dell’età è inferiore, per questo la crescita è stata meno rapida. E di conseguenza siamo rimasti sotto la soglia della zona arancione.
Enrico Castanini, commissario per l’innovazione digitale della pubblica amministrazione della Regione Liguria, agiunge: "Anche a livello informatico, da oggi tutti i test antigenici verranno equiparati ai tamponi molecolari, compresi i circa 16.200 effettuati nei 21 giorni precedenti l’entrata in vigore dell’ordinanza che prevede specificamente questa retroattività.
“Ci sono tuttavia due eccezioni – sottolinea Enrico Castanini, commissario per l’innovazione digitale della pubblica amministrazione della Regione Liguria – in relazione a due specifiche situazioni: la prima riguarda chi avesse fatto un test antigenico fuori dal territorio regionale e, in questo caso, dovrà recarsi dal proprio medico per far registrare l’esito di quel test nel sistema informatico ligure Poliss. Un passaggio essenziale ad esempio per ottenere in certificato di guarigione da parte del medico di medicina generale.
Identica modalità dovrà essere adottata per i test che, effettuati nei 21 giorni precedenti l’entrata in vigore dell’ordinanza, siano stati registrati con sistemi diversi rispetto agli applicativi informatici regionali (Poliss), ad esempio attraverso il sistema nazionale della Tessera Sanitaria".
"In questi casi – conclude Castanini - qualora il proprio tampone non risulti nel sistema ai fini delle diverse certificazioni, è indispensabile che il cittadino si rechi dal proprio medico, oppure nella farmacia dove ha effettuato il test, per far registrare manualmente gli esiti dell’antigenico sul sistema regionale Poliss”.
Angelo Gratarola, responsabile Dipartimento interaziendale regionale di emergenza-urgenza e direttore dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Policlinico San Martino, afferma: "Si chiude una settimana di circolazione intensissima da parte del virus dove è stata riscontrata una conseguente impennata di ricoveri, però non paragonabile rispetto a quanto accaduto l’anno scorso. La malattia infatti è molto diversa rispetto ad allora, grazie ovviamente alla vaccinazione, resta però forte la necessità di post letti, in ospedale e fuori, per il naturale turnover richiesto, soprattutto da parte dei pazienti più fragili che hanno diverse difficoltà a rientrare nel loro domicilio. Il tasso di occupazione dei posti letto di terapia intensiva oscilla attono a quel 19-20% che ci trova, in previsione del futuro, a farci vacillare tra zona gialla e arancione, numeri anche qui ben diversi rispetto a quelli a tre cifre dell’anno scorso. Gli stessi numeri evidenziano che i pazienti più gravi in terapia intensiva sono pazienti mai vaccinati e c’è da sottolineare che è altrettanto elevata la quota di pazienti positivi condizionati da patologie pregresse. Da qui alle prossime settimane, se guardiamo la tipologia media di pazienti rispetto alle vaccinazioni, ci dovremmo aspettare un ulteriore incremento di casi, le prossime settimane saranno strategiche, vediamo quale piega prenderà il dato relativo alla curva, se salirà ancora un po' a causa della conclusione del periodo festivo o si appiattirà; la sensazione è che verso febbraio, marzo si possa arrivare a una normalizzazione della situazione complessiva, ce lo auguriamo".
Matteo Bassetti, responsabile del Dipartimento interaziendale regionale di Malattie Infettive e direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino, conlude: "Confermo quanto detto dal collega Gratarola, si chiude la settimana più difficile per le Malattie Infettive da quando è iniziata la quarta ondata, nella quale riscontriamo la saturazione totale dei posti letto disponibili: siamo infatti arrivati al 100% di occupazione nel reparto. I ricoveri sono contraddistinti da pazienti mai vaccinati, con un quadro impegnativo, difficile, che sono costretti a ricorrere al così detto casco, il C-PAP. Oggi continuiamo a veder entrare per la maggioranza, sia a San Martino che nell’area genovese, soggetti, con tampone positivo fatto fuori dalla struttura o all’interno in fase di accesso ospedaliero, come screen, senza un quadro completamente Covid, perché ricordo che per esserlo, dovrebbero essere evidenziate delle polmoniti, mentre oggi entrano in struttura soggetti con altre sintomatologie. Questa è anche la settimana che chiude un’importante somministrazione di monoclonali e l’esordio della somministrazione anche della pillola anti Covid, dell’ormai noto Molnupiravir, ai pazienti delle RSA. L’utilizzo della pillola anti Covid permette di sgravare anche il peso derivante dalla somministrazione dei monoclonali negli ospedali, che ricordo comporta la necessità di dover chiamare un’ambulanza, trasportare pazienti fragili in ambulanza dalle RSA, mentre oggi con la pillola tutto diventa molto più facile e diverso. Sui monoclonali con il proliferare della variante Omicron, non sapendo se il paziente ha Omicron o Delta, tre dei quattro monoclonali non possono essere utilizzati. Negli ultimi giorni sono arrivate molte richieste di somministrazione, che però dobbiamo valutare a fondo prima di procedere, la somministrazione però resta numericamente importante e ben più che soddisfacente".