Prendiamo atto ed apprezziamo il dibattito sorto in questi giorni sulla stampa locale sul tema delle carenze infrastrutturali liguri, anche se, con rammarico, dobbiamo evidenziare che esso si è sviluppato solo a seguito delle oggettive difficoltà che si stanno vivendo su Genova.
La nostra provincia, in considerazione della sua morfologia, è caratterizzata da limitati spazi di sviluppo, ulteriormente ridotti da vincoli demaniali e militari oltre a limitazioni derivanti da normative nazionali e regionali (parchi); se a questo si aggiunge il deficit infrastrutturale, è evidente che La Spezia, ma in generale la Liguria, continui a patire di un isolamento cronico, figlio di progettualità mai concluse o mai iniziate.
Ci preme far rilevare che Confindustria da decenni evidenzia tali carenze e la cronica difficoltà di collegamento tra La Spezia ed il capoluogo di regione, con un’autostrada che rappresenta oggi l’unica reale infrastruttura viaria.
Da sempre, infatti, sottolineiamo come un'eventuale interruzione della stessa allontanerebbe ulteriormente la nostra provincia dal cuore della regione con conseguenze disastrose.
Manifestiamo pertanto piena condivisione sulla necessità di una dotazione infrastrutturale moderna ed efficiente, che rappresenta il fattore fondamentale ed il cardine per il miglioramento della vita della collettività e dello svolgimento quotidiano delle attività economiche.
Riconosciamo alla Regione Liguria di aver posto attenzione alle nostre richieste, come nel caso del completamento della Strada della Ripa, ma, pur valutando con favore il dibattito e tutti i vari interventi apparsi sulla stampa locale, chiediamo che si passi dalle parole e dalle polemiche ai fatti concreti.
L’esigenza di concretezza è imposta dalla necessità di individuare reali risposte alle ormai storiche esigenze del nostro territorio oltre all’ultimazione delle opere in corso di realizzazione da decenni, come l’incompiuta per antonomasia, la Variante Aurelia, sulla quale è calato un silenzio disarmante e che riteniamo debba essere invece conclusa rapidamente.
La nostra provincia deve avere la capacità, superando le logiche di campanile e di schieramento, di porre al centro dell’attività politico-ammnistrativa la definizione di una visione del futuro sociale ed economico del nostro territorio, inteso come “area vasta”.
Necessità che si è ben evidenziata a seguito del crollo del Ponte di Albiano che impatta su un intero territorio dalla forte vocazione industriale/artigianale che si estende dalla piana di Ceparana/Pian di Follo sino all’area logistica ed al casello autostradale di Santo Stefano di Magra.
L’assenza di collegamento fra le due sponde del Fiume Magra sta confermando con forza che il territorio spezzino e quello lunigianese rappresentano un’unica realtà; l’infrastruttura di fatto aveva assunto valenza sovra regionale interessando un bacino di popolazione di oltre 38 mila residenti.
Sempre in questa visione di ambito territoriale vasto, è assolutamente necessario il collegamento viario tra il raccordo autostradale La Spezia – Santo Stefano Magra e la sponda destra del fiume Magra (Ponte Ceparana – Santo Stefano Magra).
In prospettiva strategica, infine, è fondamentale avere un collegamento ferroviario moderno e veloce con la Pianura Padana, cuore pulsante del Paese, che a nostro parere contribuirebbe ad invertire quel decremento demografico che da decenni caratterizza la città della Spezia; l’ultimazione del raddoppio della Linea Ferroviaria Pontremolese, infatti, non riveste un’importanza limitata allo sviluppo delle attività economiche legate al porto ed alla logistica, ma interessa ed incide anche sulla crescita sociale dell’intera provincia.