L’opposizione amegliese, anche questa volta, non ha perso tempo ad allinearsi a favore di chi ricorre al TAR contro il Comune, ad essi infatti non interessa il bene pubblico, bensì la semplice denigrazione e svilimento del lavoro fatto da chi governa, non capendo che questo atteggiamento distruttivo nuoce solamente ai cittadini che, fortunatamente, hanno scelto di tenerli lontano dall’amministrazione del paese dopo i danni accumulati negli anni ed i debiti creati dalle manie di grandezza del PD amegliese.
Il ricorso promosso dal bagno Tropicana e dal bagno Marina sicuramente ci coglie di sorpresa, soprattutto per il merito della contestazione, punto centrale è infatti la ricollocazione degli stabilimenti nella fascia retrostante. Su questo punto va chiarito che la decisione di arretrare gli edifici fu presa per aumentare il livello di sicurezza rispetto al rischio meteomarino e liberare l’arenile dalle strutture esistenti. Su questo punto non sono stati mossi rilievi né in fase di inchiesta pubblica, né in fase di osservazioni al piano, da parte dei due ricorrenti. Solo uno stabilimento all’epoca pose il rilievo, chiedendo di restare in un’area demaniale contigua alla spiaggia e tale osservazione fu accolta dal Consiglio comunale. Per quanto gli stabilimenti Tropicana e Marina, siano più esposti al moto ondoso, tale richiesta, qualora fosse pervenuta, sarebbe sicuramente stata oggetto di valutazione da parte degli organi tecnici e politici. Invece si è preferito muoversi tardivamente attraverso il TAR. Probabilmente perché nel frattempo l’interlocutore storico, ossia la Marinella Spa, ha ceduto il passo ad una nuova società, ben più attiva ed intenzionata a sviluppare le aree acquisite. Stupisce che a regole del gioco invariate, il primo giocatore andasse bene perché “morente”, mentre il nuovo giocatore non va più bene perché troppo esuberante, e allora si fa come all’oratorio: “il pallone è mio e non si gioca più”.
Il Comune deve traguardare uno sviluppo complessivo dell’area, nella auspicata speranza di rimuovere situazioni di degrado e malcostume che negli anni hanno caratterizzato le spiagge amegliesi, non possiamo tollerare baracche fatiscenti e container addossati alla spiaggia, la risposta è il Piano urbanistico così come approvato dalla Regione. Se non gli andava bene dovevano appellarsi alla delibera regionale, ormai è troppo tardi. La nostra politica urbanistica mette in condizione chi si ritiene imprenditore di agire e proporre progetti per sviluppare le attività esistenti, gli imprenditori che investono nell’acquisto della vernice per salvare dalla salsedine i pali di legno delle baracche, non hanno mai reinvestito nulla sul territorio e non possono pensare di fermare il futuro tramite il Tribunale Amministrativo. Gli imprenditori non possono pensare di essere ad Ameglia solo per far cassa.
La delibera conclusiva dello scorso luglio è stata una mera presa d’atto delle prescrizioni della Regione, quindi è evidente che la sua impugnazione sia solo una scelta pretestuosa e politica per bloccare il Piano e danneggiare lo sviluppo del territorio. Evidentemente si sono fatti mal consigliare dall’avvocato, infatti, i primi danneggiati dal blocco del Piano sono proprio gli stabilimenti balneari che nella prossima stagione non potranno posizionare strutture temporanee aggiuntive a quelle esistenti, limitando così le possibilità di sviluppo dell’attività commerciale e dei servizi erogati.
Andrea De Ranieri, Sindaco