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Sconfitta a Palermo: alcune cose da capire. In evidenza

di Massimo Guerra - Seconda sconfitta consecutiva in altrettante partite ufficiali: dopo quella di Reggio Emilia contro il Sassuolo in Tim Cup lo Spezia perde seccamente anche alla prima di campionato a Palermo.

Cercando attenuanti, va detto che le Aquile hanno perso contro due squadre di serie A, perché il Palermo imbottito di nazionali macedoni, polacchi, bosniaci eccetera è sembrato davvero di un'altra categoria, anche se nel calcio come nella vita tutto è relativo: il Sassuolo che ci aveva preso a pallonate in coppa ha impattato alla prima in A contro il Genoa, i rosanero alla prossima fanno visita al Brescia sconfitto ieri a Avellino, vedremo se la squadra di Tedino si imporrà per la prima fuga del campionato.

Cercando invece di analizzare più da vicino la gara dello Spezia alla Favorita, premettendo di non essere allenatori patentati come Gallo, non si possono non sottolineare alcune cose piuttosto evidenti.

A cominciare dalla formazione mandata in campo, dove elementi non affiatati o peggio non al cento per cento hanno fatto affondare la barca.
A partire dalla difesa: dopo un mese di preparazione a Pontremoli, tre amichevoli, le sfide di Coppa contro Reggiana e Sassuolo mai si era vista la difesa schierata con i "3 capitani" ovvero Giani, Capelli e Terzi. È vero che parliamo di giocatori di esperienza, ma è altrettanto vero che senza affiatamento un reparto così delicato rischia grosso, infatti ieri a Palermo si sono viste le difficoltà nei meccanismi difensivi, eclatanti nello slalom che ha permesso a Coronado di servire il 2-0 a Nestorovski.

Non che a centrocampo si siano viste cose egregie, tutt'altro. Nella zona più nevralgica si è anzi visto il peggior Maggiore di sempre. Con una attenuante da meglio valutare: Giulio ha saltato due-tre settimanale di lavoro pieno dopo il pestone rimediato a Pontremoli in amichevole, ci sta che non sia ancora al top. Eppure nemmeno nella ripresa Gallo ha provato a levarlo, magari inserendo Juande o Awua. Male Sciaudone, male De Col un fantasma sulla corsia destra, benino Lopez che ha almeno messo la grinta e anche Acampora, troppo solo nel deserto bianco del centrocampo.

Con Forte non pervenuto neppure Granoche: si sperava che partendo quest'anno dall'inizio delle preparazione non risentisse del gap che ne caratterizzò il difficile avvio della scorsa stagione, il Diablo ieri mai pericoloso in fase di conclusione, qualche timido fraseggio ma niente di che.
Stesso discorso per Forte, l'attaccante ex Perugia autore di un tiro fiacco fino alla sostituzione all'11' della ripresa: reduce da una distorsione pure lui, meno grave di quella di Maggiore ma che gli ha fatto saltare due-tre sedute in settimana non è sembrato in perfetta forma, forse per Gallo lo era.

I tre cambi effettuati dal mister aquilotto nella ripresa - che ha mutato il modulo da 3-5-2 a 4-3-1-2 - non hanno cambiato la sorte della gara ma hanno almeno permesso di valutare lo stato di condizione dei giocatori subentrati, oltre alla qualità della variante tattica. Piccolo, Okereke e Mastinu i cambi al posto di Forte, Giani e Acampora forse uno dei meno peggio con Lopez. Per il mumero 10 solita prestazione dribblomane ma fine a se stessa, mai un lancio o un'apertura di gioco, Mastinu meglio come laterale esterno alto ma poca sostanza, Okereke ci ha messo gamba e entusiasmo ma non ha ancora le qualità della punta di ruolo.

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