Spezia-Brescia, ultima chiamata per Alvini? Domani sera al Manuzzi (Diretta SKY e DAZN ore 20,30) il tecnico aquilotto si gioca molte delle sue possibilità di rimanere alla guida delle Aquile.
Era difficile per chiunque immaginare un inizio di campionato così pessimo, anche considerando che contro la Reggiana alla fine della partita erano scesi in campo ben sette undicesimi dei titolari dello scorso campionato in serie A, senza contare l'ingresso di Moutinho nel secondo tempo e il fatto che in panchina ci fossero altri due "rinforzi" acquistati l'anno scorso nel pessimo mercato di gennaio condotto dal duo Macia-Melissano ovvero Krollis e Cipot, oltre a Zurkowski entrato anch'egli nel secondo tempo.
A fare infuriare i mille tifosi dello Spezia presenti a Cesena – domani sera saranno molto meno, resteranno probabilmente vuoti almeno due dei tre pullman messi a disposizione degli abbonati dallo Spezia – non è stato tanto e solo il risultato negativo.
La palla è rotonda, lo sanno tutti i 50 milioni di commissari tecnici italiani, puoi vincere o perdere ma una cosa non deva mai mancare: la voglia, la grinta, la determinazione e il sacrificio per onorare la maglia e meritarsi lo stipendio che, sia pure ridimensionato in B, parla di uno dei monti ingaggi più alti della categoria.
Invece contro la Reggiana è mancato proprio tutto questo, una cosa inaccettabile per ogni tifoso che si rispetti e nei confronti della società che ti paga l'ingaggio, ma tant'è.
Una cosa è certa: se lo Spezia non convincerà domani e sabato, qualsiasi saranno i motivi, il tempo di Alvini potrebbe essere scaduto. Purtroppo non quello di Macia e Melissano, ottime persone ma nei fatti dimostratisi non adeguati alle sfide della B, forse loro sono di un altro livello, ma a quanto pare inutile per provare non solo a risalire alla svelta in A ma addirittura a mantenere la categoria.
Purtroppo i recenti precedenti di Crotone, Benevento e Spal sono di monito. Serve un drastico e radicale cambio di marcia, a partire della testa dei giocatori, e fa sorridere ripensare alle parole di Alvini di qualche tempo fa: "Io curo la parte tecnica, tattica e mentale dei miei giocatori".
A giudicare dai risultati visti in campo, forse il mister si è assegnato troppi incarichi nei confronti della rosa. Dopo la buona prova di Venezia aveva detto un'altra cosa: "Il mercato è chiuso, ora vedo i giocatori tutti concentrati su un unico obiettivo".
Da quanto si è visto contro la Reggiana, Alvini e la squadra non hanno lo stesso obiettivo, perché in campo non erano né determinati né concentrati, anzi specie i "vecchi" compreso il numero 10 parevano addirittura svogliati.
Quando le cose vanno così male nel calcio a pagare è sempre l'allenatore. Anche se Alvini è un'ottima persona, il fatto che non si sia mai lamentato pubblicamente della mediocrità dei giocatori arrivati in estate non depone a suo favore, come il fatto che non stia riuscendo ad azzerare la mentalità di tanti senatori decaduti e di traverso con lo staff tecnico per gli ingaggi ridimensionati, malgrado loro stessi avessero firmato i rinnovi contrattuali fischiettando nemmeno un anno fa.
Domani sera contro il Brescia sarà partita vera e dura, perché i lombardi di Gastaldello, retrocessi in C ma ripescati dopo il fallimento della Reggina, hanno iniziato con il botto inanellando 3 successi e 1 pari, senza subire gol superando per 1 a 0 il Cosenza, per 2 a 0 il Lecco e pareggiando 0 a 0 contro il Venezia, alla fine con il rammarico per le occasioni sprecate contro zero tiri in porta dei lagunari.
I CONVOCATI AQUILOTTI
PORTIERI: 1. Zoet, 22. Plaia, 40. Zovko, 69. Dragowski
DIFENSORI: 4. Moutinho, 5. Serpe, 13. Reca, 15. Pietra, 23. Mühl, 26. Cugnata, 27. Amian, 33. Gelashvili, 43. Nikolaou, 77. Bertola
CENTROCAMPISTI: 8. Ekdal, 10. S. Esposito, 17. Zurkowski, 21. Corradini, 25. Bandinelli, 29. Cassata, 80. Kouda
