Con la primavera è sbocciato allo Spezia un fiore di nome Daniel Maldini, malgrado il fondo misto sintetico del vecchio Picco. È vero, è ancora presto per capire se reggerà le intemperie di stagione per trasformarsi in giocatore maturo, ma i numeri intravisti domenica nella sfida contro la Salernitana hanno lasciato di stucco tanto gli appassionati quanto gli esteti del calcio.
Inutile scomodare i Totem di papà Paolo e nonno Cesare, anche se un po’ di DNA di pura classe non guasta mai. La tecnica o ce l’hai o non ce l’hai, sia che tu sia figlio di campioni o di anti-sportivi. E Daniel di classe ne ha davvero tanta, finora però come velata da un atteggiamento introverso, poco trasparente, a tratti all’apparenza poco umile come il ciuffo ossigenato di inizio stagione.
Questi i fatti: Maldini jr è nato e cresciuto nelle giovanili Rossonere, nel Milan stellare di Pioli non trova né spazio né gol, tranne – guarda a volte le coincidenze – al Picco nella rete dello Spezia nella sfida di un anno fa. Lo Spezia nel suo cammino quindi passato, presente e futuro: il prestito secco di quest’anno con un avvio di stagione sottotono, eccetto lo sprazzo e il gol a San Siro contro il suo Milan. Non che Luca Gotti lo ignorasse, anzi: con lui diversi l’attaccante disputa vari spezzoni di gara ma mai convincenti, compresa la gara di San Siro malgrado il suo gol davanti a papà Paolo in tribuna. “E’ un talento ancora acerbo – diceva di lui Gotti - deve crescere ma ha grosse potenzialità”.
Di tempo da allora ne è passato davvero poco, ma l’arrivo di Semplici deve aver accelerato il processo di crescita, almeno a giudicare dalle prestazioni sfoderate nell’ultimo periodo. Su tutte quella vinta contro l’Inter grazie al suo gol nel finale, prima della prestazione di domenica contro la Salernitana, senza gol ma con una traversa e tante giocate eccellenti a far impazzire avversari e tifosi.
È chiaro a tutti che Daniel Maldini sia qui solo di passaggio, su questo non ci sono dubbi. Ma sarebbe belle e utile – in chiave salvezza – se il suo nome e quello delle Aquile rimanessero impressi nelle cronache sportive. Con Maldini nuovo valore aggiunto per il sofferente movimento del calcio italiano diventato giocatore maturo proprio nell’anno di gavetta nelle Aquile, crescendo e migliorando dal punto di vista mentale e caratteriale, con lo Spezia a sua volta club fucina di talenti, possibilmente in serie A.