Spezia travolto dal Napoli 4 a 1 oggi al Picco, ma a far male non è tanto la sconfitta - prevedibile visto il valore degli avversari - ma l'atteggiamento dello Spezia apparso troppo arrendevole e timoroso sin dalle battute iniziali, di fronte ad un Napoli tecnicamente lontano anni luce ma oggi anche insolitamente determinato e concreto in fase realizzativa.
Nulla è ancora perduto in chiave salvezza, in attesa dell'esito tra Benevento e Cagliari ma anche dei risultati delle partite tra Fiorentina e Lazio e tra Torino e Verona. Ovvio che dalla sfida del Vigorito potranno uscire delle conclusioni anche decisive per la sorte dello Spezia, che ha comunque il dovere di tornare ad essere già contro la Samp mercoledì quella squadra coraggiosa e capace di bel gioco che ha fatto parlare di sé durante quasi tutto il campionato.
Poco da salvare della prestazione di oggi: fallito il tentativo tattico del falso nueve con Agudelo centrale, malgrado la coppia centrale "posticcia" del Napoli, nulli Gyasi e Verde nel primo tempo ma anche Farias e Saponara (entrato all'ultimo) nella ripresa, male anche Ricci poco preciso e ancora meno reattivo in fase di copertura, benino Maggiore e Estevez, insufficienti i due centrali Ismajli e Chabot superati sistematicamente dai diretti avversari, tutto sommato bene Vignali e Marchizza insieme a Provedel, poco colpevole nel poker di gol partenopeo, oltre alla buona prova di Piccoli che realizza il gol della bandiera capitalizzando al meglio l'unica vera azione-gol dello Spezia di tutta la partita.