Il 26 Gennaio 1917 Ungaretti scriveva “M’illumino d’immenso”, il 26 Gennaio 2019 il Ministro Di Maio non ci illumina per nulla.
Siamo scesi in piazza assieme a Forza Italia per ribadire con forza il no, tra le tante, al Decreto Dignità. Dagli ultimi sondaggi politici, in particolare quello di Piepoli per La Stampa, è emerso che sei italiani su dieci bocciano il reddito di cittadinanza.
Il dato più emblematico è che si considera praticamente nulla la crescita dell’occupazione derivante dal sussidio. E più della metà degli aderenti ai partiti, fatta eccezione per i 5 Stelle, credono che il Rdc favorirà il lavoro nero.
Al di là delle opinioni, poi, restano i fatti. Molte questioni (e molto pratiche) sono avvolte dalla nebbia. In Germania ci hanno impiegato quattro anni a realizzare la parte infrastrutturale ed informatica del loro sistema, qui si pretende di farlo in tre mesi.
Solo un dato è chiaro: il Rdc andrà a regime entro Aprile, configurandosi sempre di più come una mancia elettorale in vista delle elezioni europee per i 5 Stelle.
L’idea più diffusa è che il futuro è sempre nelle mani di un altro, in questo caso dello Stato con la sua “paghetta”.
Il paradosso è questo: per aiutare chi è senza lavoro Di Maio insiste col dare loro il Rdc, togliendo risorse ai tanti imprenditori, alle tante associazioni, alle tante persone che, ogni giorno, si danno da fare per costruire qualcosa.
Ci ha visto giusto l'economista Friedman: «Se tu paghi la gente che non lavora e la tassi quando lavora, non essere sorpreso se produci disoccupazione»!.
Oscar Teja, Gruppo Toti- Forza Italia