È opportuno dire che la provincia spezzina non può più fare a meno di avere una nuova organizzazione delle strutture ospedaliere nell’ottica di offrire al cittadino il miglior servizio possibile.
Ciò che ora, è innegabile, non avviene. L’Ospedale Sant’Andrea è vetusto e oggettivamente fatiscente. Curarsi in quei padiglioni è come fare un salto nell’Ottocento. Inoltre, anche a detta dello stesso Direttore Generale di ASL5 ogni intervento strutturale eseguito rasenta l’inutilità e costringe a investimenti doppi o addirittura tripli sullo stesso punto. Le spese per le finanze pubbliche diventano così ingenti e i cantieri risultano infiniti. Le conseguenze: meno risorse economiche da investire per i servizi e il personale ed enormi disagi per operatori e pazienti.
Il Nuovo Felettino avrebbe dovuto mandare definitivamente in pensione il vecchio ospedale del capoluogo spezzino lavorando in sinergia con il San Bartolomeo di Sarzana e garantendo ai cittadini strutture nuove e finalmente funzionali. I tempi previsti avrebbero dovuto essere brevi.
Il 18 giugno del 2016, con Delibera di Giunta n. 595/16, la Regione Liguria guidata da Toti ha erogato alla Pessina Costruzioni l’anticipo di circa 9.800.000 euro per avviare i lavori. Il progetto esecutivo del nuovo ospedale della Spezia viene approvato il 27 luglio del 2016. In quel documento erano presenti anche il piano finanziario per oltre 175 milioni di euro e soprattutto il cronoprogramma del cantiere. Il nuovo ospedale spezzino avrebbe dovuto essere consegnato in 1480 giorni a partire dal 5 agosto 2016. Vale a dire: avere l’opera finita entro l’agosto del 2020.
Da quel momento ASL5 avrebbe avuto 1 anno di tempo per liberare il Sant’Andrea e trasferire tutte le attività sanitarie nel nuovo ospedale, aprendolo ai cittadini.
La realtà dei fatti è purtroppo un’altra e chi governa deve cominciare a farci i conti.
Siamo a poco meno di due anni dalla prevista fine dei lavori e il cantiere è praticamente fermo e, a parte la posa della prima pietra alla passerella inaugurale, del Nuovo Felettino non c’è alcuna traccia.
Si annunciano invece ricorsi, contenziosi e carte bollate che rischiano di far naufragare il cantiere bloccando i lavori per anni, se non addirittura per sempre.
In questo panorama il 3 agosto scorso abbiamo depositato un Accesso agli Atti, del quale però non abbiamo ancora avuto risposta nonostante i 30 giorni previsti siano trascorsi, al fine di comprendere meglio la situazione.
Inutile dire che sapevamo, dai dati raccolti, che sarebbe dovuto succedere quello che a distanza di pochi giorni è poi avvenuto.
La tabella di marcia dei lavori era, e continua a essere, pesantemente in ritardo.
L’anticipo erogato all’impresa costruttrice, al netto degli imprevisti dovuti all’altare di Villa Cerretti, doveva essere bilanciato in base allo stato di avanzamento dei lavori. ASL5, dunque, al di la degli slogan della maggioranza, sia in Comune che in Regione, ha stabilito debbano essere recuperati circa 5.900.000 euro + IVA di lavori previsti dal cronoprogramma ma non eseguiti.
La Delibera n. 667 dell’8 agosto 2018, firmata dal Direttore Generale Andrea Conti, non lascia molto spazio all’immaginazione e afferma: “alla luce dell’evidente ritardo nei progressi dei lavori rispetto ai termini contrattuali” è necessario procedere al recupero della quota non compensata della somma erogata alla ditta costruttrice ricorrendo, se necessario, anche alla riscossione della fideiussione a garanzia delle opere.
Riteniamo, a questo punto, che sul Nuovo Felettino sia necessario ascoltare ASL5, l’impresa costruttrice e la stazione appaltante della Liguria. Per questo abbiamo depositato una richiesta di audizione al Presidente della Commissione regionale per la Salute e gli Affari Sociali. Pretendiamo però di arrivare alla Commissione avendo a disposizione tutti i dati richiesti e che non ci sono stati ancora inviati nonostante i termini previsti siano trascorsi.
Non c’è tempo da perdere perché non è possibile proseguire ancora per molto in questo modo.
La Giunta guidata da Toti e Viale ci deve dire come intende affrontare questa fase delicata per la Sanità spezzina: il 2020 è dietro l’angolo, il Sant’Andrea cade a pezzi e non risponde in maniera adeguata alle esigenze della provincia. Le potenzialità del San Bartolomeo di Sarzana invece non sono affatto valorizzate e sfruttate come dovrebbero.
Francesco Battistini
Consigliere Regionale Rete a Sinistra/liberaMENTE Liguria