Pochi giorni per serrare i ranghi sulla sfida che, per la prima volta nella storia politica sarzanese, vede il centrosinistra messo in discussione. Ufficiali e ribaditi i “Niet” di Valter Chiappini (Sarzana in movimento) e Federica Giorgi (M5S), nessun apparentamento e nessuna indicazione di voto da parte dei due leader che hanno scelto di rimanere fuori dai giochi e non influire nella decisione finale. Di diverso avviso Paolo Zanetti (Sinistra sarzanese) che ha dato ai propri elettori una chiara linea mirata al sostegno a Cavarra, seppure senza apparentamenti, la stessa linea che, però, viene smentita nel giro di poche ore da una delle compagini interne del gruppo, quella più importante, rappresentata da Matteo Bellegoni (PCI). Come risaputo “Sinistra sarzanese” consta di: PCI – Sinistra Italiana – Possibile e Rifondazione.
Dalla pagina Facebook del Segretario regionale Bellegoni e nei commenti sui principali social sarzanesi leggiamo infatti il suo lapidario messaggio, prosieguo chiaro della linea iniziale intrapresa alternativa al Partito Democratico e contro la compagine di centrodestra: “Preciso che il comunicato di Paolo Zanetti esprime un suo pensiero personale non corrispondente al pensiero della maggioranza della lista Sinistra Sarzanese – specifica Bellegoni - oltre al mancato apparentamento non è stato infatti deciso nessun appoggio esterno, ma una chiara denuncia di quello che è stato il PD arrogante ed incapace in questi 5 anni oltre ad una chiara esplicitazione della pericolosità di una destra becera e improvvisata – conclude sicuro - per questi motivi il PCI, forza di maggioranza della lista, darà indicazioni di non votare la candidata Ponzanelli e quello che rappresenta lasciando liberi i suoi elettori certo che, secondo le loro sensibilità ed i loro valori, sceglieranno al meglio se e come votare”.
Un dubbio aggiunto quindi per gli elettori di sinistra che non si ritrovano nelle scelte del Pd sarzanese e, tantomeno, nella linea della Ponzanelli: appoggiare Cavarra per evitare il centrodestra al potere o tralasciare di contribuire a questa sfida che, vada come vada, non li vede rappresentati. Domenica 24 giugno scopriremo in quanti parteciperanno a questa difficile consultazione e come schierati; se a difesa di una roccaforte consolidata o se alla ricerca di un cambiamento.
Nell’attesa rimane ancora da verificare il braccio di ferro impostato da Paolo Mione, il cui ultimatum presentato al Partito Democratico (e scaduto ieri sera), per ora non ha registrato nessuna risposta ma solo il silenzio totale da parte dei tessitori Michelucci/Bufano. Non si registrano per ora nessun comunicato, nessuna risposta, positiva o negativa, e neppure nessun contrattacco alle accuse e richiesta di scuse ufficiali presentate da Paolo Mione e la sua “Sarzana per Sarzana”. Saltati i termini per un apparentamento ufficiale rimangono ancora aperte possibilità di indicazioni di voto, cambio di programmi su specifiche richieste e spostamento di un tesoretto consistente del 10 %. Non sappiamo se la quiete che pervade la discussione sia segnale di trattativa interna o solo premonitrice di imminente tempesta, ma le ore scorrono veloci ed il 24 giugno è alle porte in una città mai prima d’ora tanto in discussione.