Fari puntati su 'Presente e futuro della Val di Vara' nella serata di ieri, mercoledì 14 febbraio, a Borghetto Vara, in sala consiliare, in occasione dell'incontro organizzato dalla coalizione di centrodestra. Presenti i candidati Andrea Costa (capolista di 'Noi con l'Italia' nel collegio plurinominale Liguria 2 per la Camera), Manuela Gagliardi (candidata del centrodestra alla Camera all'uninominale spezzino) e Stefania Pucciarelli (candidata del centrodestra al Senato nel collegio uninominale Liguria 3).
“La Val di Vara in passato è stata spesso dimenticata, ma gli amministratori presenti questa sera hanno sempre dimostrato attenzione e disponibilità”, ha detto nella sua introduzione il sindaco borghettino Claudio Delvigo, che ha colto l'occasione per criticare “la finta eliminazione delle Province, che ha creato un sacco di problemi”.
“Mi sono avvicinata alla politica da tre anni – così Gagliardi, vice sindaco della Spezia - da quando ho cominciato a collaborare con la giunta regionale, formata da persone che lavorano per la gente e per il territorio. Vogliamo portare a Roma l'esperienza di buongoverno di questi anni, la nostra voglia di fare politica nell'interesse dei cittadini, la nostra vicinanza alle amministrazioni locali che ogni giorno devono fronteggiare i tanti vincoli imposti dal governo centrale”.
“Sono in consiglio regionale da due anni e mezzo – ha dichiarato la Pucciarelli - ma non mi sono mai allontanata dai territori, rendendomi sempre disponibile quando gli amministratori mi hanno cercato. In tanti purtroppo girano il territorio solo in campagna elettorale, poi non li trovi più. Il 4 marzo andiamo a votare per una nazione che ora va al contrario, un'Italia dove si massacra chi fa impresa, dove chi si difende diventa un delinquente e dove chi delinque viene lasciato libero”.
Tanti i punti toccati da Costa. “Un tema centrale per la Val di Vara è l'agricoltura, strumento fondamentale per contrastare il dissesto idrogeologico. Impensabile che chi decide di investire in agricoltura in terreni demaniali debba pagare un canone allo Stato, dovrebbe essere il contrario! Le botteghe dei paesi? Il governo nazionale può e deve intervenire per sostenerle, hanno una funzione sociale che va al di là dell'aspetto commerciale. C'è poi il nodo viabilità: serve un piano straordinario, lo Stato deve mettere in condizione le Province di sistemare le strade. La pulizia dei fiumi? Va cambiata le legge nazionale: nessuno vuole tornare al dragaggio, ma bisogna intervenire per ripristinare le sezioni del flusso idraulico. Penso poi alle scuole dei paesi: chiuderle perché ci sono pochi bambini? No, vanno tenute aperte comunque. La politica non può ridursi ai numeri. Se chiudiamo scuole, uffici, servizi, il territorio muore e non c'è via di ritorno. Sento poi che i Cinque stelle vogliono eliminare i piccoli Comuni: non sanno come è fatto il Paese, che da piccoli Comuni è formato all'80 per cento. Possiamo pensare di unire i servizi, ma questi Comuni – guidati da sindaci eroi - non vanno chiusi perché sono presidi sociali, sono storia, sono identità”.