Leggendo l’ordinanza del sindaco di Sarzana Alessio Cavarra riguardante l’emergenza detriti spiaggiati lungo il litorale ci si chiede quali siano le reali priorità del nostro primo cittadino. Perché, di sicuro, risolvere il problema non è tra queste.
Il contenuto della suddetta ordinanza è infatti tra il surreale e il comico e fa pensare che il signor Sindaco non si sia neanche preso il disturbo di andare a controllare di persona lo stato delle spiagge, oltre ad aver dimenticato le emergenze di uguale natura risalenti agli anni passati. L’ordinanza infatti ipotizza che noi balneatori dovremmo realizzare delle catastine di legna per i privati (che naturalmente non possono venire in spiaggia con mezzi a motore) e, con la legna rimasta, dovremmo fare delle altre catastine, non più alte di tre metri e non più vicine di cinquanta, per bruciarle due ore al giorno entro il 28 gennaio.
Secondo noi il Sindaco nella sua ingenuità crede che potremmo anche fare del business.
Ma, pensare di scaricare sulle spalle di ipotetici privati cittadini che dovrebbero prelevare le migliaia di tonnellate di materiale ligneo di varia natura per bruciarlo nei propri camini e stufe è quantomeno da considerare una grave sottovalutazione della reale entità del problema.
Pensare di scaricare ancora una volta sulle spalle dei balneatori l’onere di provvedere a quello che è un preciso dovere del Comune è da considerarsi arrogante ed offensivo.
Non più tardi di due settimana fa, le organizzazioni sindacali dei balneatori, con una lettera firmata da tutte le sigle riunite in Rete Impresa, chiedevano al sindaco che si attivasse al più presto con iniziative serie ed efficaci, in ossequio alle norme previste dalla L.R. 13/99, per risolvere l’emergenza senza scaricarla come già in passato sulle loro spalle.
Con la suddetta ordinanza il Sindaco Cavarra, non solo scarica per l’ennesima volta il barile sulle nostre spalle, ma decide, con una “simpatica trovata”, di coinvolgere tutti quei cittadini dotati di camino, stufa a legna, forno a legna, barbecue e chi più ne ha più ne metta per prelevare tutta la legna possibile e smaltirla a casa propria. Deve essere vero che il Sindaco non è venuto a vedere: la legna spiaggiata copre interamente la costa e fa un cumulo alto forse più di un metro.
Nessuno che non sia attrezzato professionalmente si può sognare di prendere più di qualche legno, né di incidere sulla situazione. Bruciare può essere un aiuto, ma sicuramente non si brucia la legna umida (e, attenzione, senza usare additivi inquinanti!) e, sicuramente, è impossibile fare cataste a distanza di 50 mt. La spiaggia è tutta una catasta.
Mettendo da parte l’ironia, noi pretendiamo una presa di coscienza seria da parte del Comune della gravità della situazione e delle proposte serie per la risoluzione dell’emergenza ed invitiamo il Sindaco sulle nostre spiagge per vedere con i propri occhi qual è lo stato dell’arte.
Alessandro Giacomelli (Bagno La Turbina)
delegato SIB Confcommercio La Spezia