Nell’intervento pubblicato sul Secolo a firma di una nota associazione ho letto un elenco di bugie e a questo punto ho deciso di intervenire contrapponendo i fatti alle fantasie sin ora lette.
I fatti sono i seguenti:
Il Comune della Spezia è dotato di Piano Urbanistico Comunale dall’anno 2000.
Nel 2011 l’Assessore Savoncelli ha adottato una variante per la salvaguardia delle colline, che impedisce l’edificazione in attesa che il problema dell’abbandono e del conseguente degrado sia affrontato.
La variante al PUC adottata dalla precedente amministrazione è lacunosa, nulla aggiunge alla tutela ed alla salvaguardia se non confusione ed errori.
Che vengano meno le “norme geologiche”, della variante è una necessità certificata dal Dipartimento della Difesa del Suolo della Regione Liguria che ha evidenziato la carenza e gli errori e quindi la completa inadeguatezza della variante.
Le norme sono confuse ed impediscono e contrastano la rigenerazione urbana che, a parole, si vuole perseguire, si sventolano fantasmi di “centri commerciali” che non esistono e che per la normativa vigente non sono attuabili.
Sono state presentate più di 250 osservazioni alla variante adottata, fra queste vi è una “perla” che, meglio di ogni altra, rivela la “qualità” della variante: la passata amministrazione, dopo aver venduto allo Spezia Calcio le aree del Ferdeghini, destinate ad attrezzature sportive per oltre tre milioni di euro, ne prevede il cambio di destinazione d’uso vincolando a “orti urbani”, parte di tale proprietà.
A questa Amministrazione il compito di annullare questo disastro, già sonoramente bocciato dagli elettori, e predisporre gli aggiornamenti normativi necessari per pianificare la rigenerazione urbana, (una buona parte dei tagli alla volumetria è stato effettuato nelle aree da riqualificare, rendendo di fatto impossibile realizzare la riqualificazione), gli interventi necessari per la cura del territorio collinare (l’annuncio dell’assessore all’ambiente di voler predisporre il regolamento di polizia rurale costituisce un primo passo importante in tal senso ) il riutilizzo delle aree che verranno dismesse dall’ENEL e preparare un’uscita razionale dalla situazione determinata dalle scelte, delle passate amministrazioni, nell’area ex IP.