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COISP: "La Spezia non è esente dal problema immigrazione" In evidenza

Il Segreteria Regionale Bianchi afferma che la nuova amministrazione deve trovare soluzioni che evitino il possibile crearsi di sacche di illegalità.

 

“Un arresto per spaccio ed un’anziana scippata nel quartiere di Migliarina e il denominatore comune è che a commettere i reati sono sttai immigrati irregolari sul nostro territorio Nazionale in attesa degli accertamenti per verificare la loro richiesta per rimanere in Italia”. Inizia così l’intervento di Matteo Bianchi, leader ligure del COISP, Sindacato Indipendente di Polizia, sulle notizie di cronaca che arrivano dalla Spezia e riguardano cittadini immigrati.

“Nel nostro paese le Forze dell’Ordine lavorano in gran parte per gestire l’assurdità di questa immigrazione incontrollata per la quale purtroppo, ad oggi, i vari Governi che sono passati non hanno trovato o, peggio ancora, non hanno voluto trovare una soluzione che potesse sgravare in maniera sensibile il lavoro della categoria da noi rappresentata, ponendola invece quotidianamente a rischi sia fisici che legali che potrebbero essere invece facilmente evitati” - prosegue Bianchi - “non è più accettabile lavorare in questa maniera poiché mancano strumenti idonei, risorse umane (l’età media ormai sfiora i 50 anni), mezzi operativi e protocolli che ci facciano operare in sicurezza e serenità. Oggi qui in Italia la nostra politica è più concentrata a fare leggi che paralizzano ancora più l’operatività di un comparto, che fino ad oggi è andato avanti grazie soprattutto al sacrificio e buonsenso di ogni singolo uomo e donna in divisa, anziché investire concretamente in esso, sia in termini economici che giuridici, al fine di garantire il più possibile ogni singolo operatore e dare un servizio capillare ai cittadini”.

Continua Bianchi: “Sul tema scottante dell’immigrazione crediamo che anche l’Amministrazione locale, che ormai è da un mese che si è insediata, debba dare un segnale concreto e non solo spot. Oggi alla Spezia, come in altre realtà, questi cittadini che sono in attesa di chiarire la propria posizione sul suolo nazionale (e dai dati in nostro possesso, le accettazioni sono un numero irrisorio rispetto alle domande presentate) sono sparpagliati su tutto il territorio; il problema è che non sono collocati solo in centri predisposti all’accoglienza, ma anche in singole abitazioni all’interno di un classico contesto urbano, dove vivono anche famiglie. Questa politica ha portato di fatto oggi ad una difficile gestione di questi cittadini rendendo quasi impossibile il loro controllo con la possibilità sempre più alta che in futuro possano ripetersi fatti come quello accaduto lungo l’autostrada Torino-Bardonecchia dove un immigrato percorreva quel tratto autostradale in bicicletta, non per follia ma per mancanze di conoscenze basiche sulle regole del nostro paese”.

Conclude il segretario: ”Capiamo che questa giunta si sia ritrovata questa situazione come “eredità” di quella precedente, ma non si può piangere sul latte versato tanto a lungo! Oggi più che mai, per una maggiore sicurezza dei cittadini, occorre che queste persone siano messe in centri idonei alla ricezione che siano soprattutto controllabili dagli addetti ai lavori e non continuare ad adottare il criterio fino ad oggi utilizzato perché, così facendo, purtroppo si rendono queste persone vulnerabili al facile richiamo della criminalità, rendendoli così innumerevoli potenziali focolai e sacche di illegalità. Oggi La Spezia potrebbe avere la grande occasione di diventare un esempio sulla gestione dell’immigrazione indicando, con un piano ragionato, credibile e sostenibile, a tutte le altre realtà italiane la giusta via su come gestire al meglio il fenomeno immigrazione che, fino ad ora, tanto ben gestito non lo è assolutamente stato, scaricando tutti i suoi nefasti problemi sulle spalle delle Forze dell’Ordine”.

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