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Speciale GdS #Amministrative2017 – videointervista a Massimo Lombardi In evidenza

“La nostra Spezia sarà più pulita, in senso fisico, ma anche da un punto di vista morale”.

Candidato sindaco per la lista Spezia Bene Comune, nato il 12 settembre 1968 alla Spezia, avvocato penalista, ultras dello Spezia, ex segretario provinciale di Rifondazione Comunista, figlio di Aldo, storico segretario di Rifondazione e sindacalista.

Iniziamo dal presente: può fornirci un giudizio sulla passata amministrazione? Ad oggi secondo lei quali sono le emergenze che la città si trova a dover affrontare?
Abbiamo condiviso una parte del percorso insieme alle forze che hanno sostenuto Federici, però dopo poco tempo secondo noi sono state disattese quelle che erano delle linee programmatiche importanti in tema di partecipazione, su una serie di obiettivi strategici e quindi abbiamo rotto con questa amministrazione: per questo il mio è un giudizio fortemente negativo nei confronti all'amministrazione Federici. Abbiamo assistito a delle prove di forza, dal centro città con piazza Verdi fino a uno degli ultimi esempi, con scalinata Cernaia. A nostro giudizio si chiude un ciclo che è diventato negativo e per questo corriamo in alternativa al centro-destra e centro-sinistra ponendo come obiettivo prioritario quello dei diritti.

Fino a qualche anno fa eravate in maggioranza, poi avete deciso di uscire. Lo considerate un errore, oggi, essere stati alleati del Pd?
Sono vicende che vanno collocate contestualmente, quindi temporalmente, con la storia del nostro partito che è fatta di aspetti positivi e aspetti negativi. La lista Spezia Bene Comune non esprime Rifondazione Comunista, ma una pluralità di esperienze politiche, che si sono riunite in una lista di cittadinanza attiva. Per quanto riguarda invece quello che è stato, riteniamo che allora ci fossero dei presupposti diversi quindi c'era una forza politica (la nostra) che condizionava fortemente e aveva negli anni saputo condizionare a sinistra, per le fasce popolari più deboli della nostra città, cosa che con l'ultima gestione arrogante del sindaco Federici e della sua maggioranza non è avvenuto, questo giustifica la nostra scelta.

Il suo sogno: immagini la città con lei sindaco, come la vede fra 5 anni, al termine del suo mandato?
Una città diversa che non veda la politica come derby calcistici e dove ci sia una rinnovata coesione per la popolazione. Dove i giovani siano protagonisti della città, ma parallelamente alle altre fasce d’età; una città che sia pulita, anche moralmente, dove non ci siano più vicende scandalose con mafia che attanaglia il potere forte e trasversale degli affari. Poi una città pulita anche in senso fisico, con il ciclo dei rifiuti che sia finalmente definito e portato a compimento; una città dove si è superato il problema della sicurezza non con la militarizzazione del territorio, ma fornendo incentivi ai commercianti facendo sì che i quartieri ritornino a vivere che non siano più dei dormitori, ma dove la socialità ritorni a prevalere e dove a mio avviso ci sia una programmazione per il futuro e non ci sia bisogno, per cercare lavoro, di emigrare altrove.

Il Comune della Spezia, tra tutti quelli della Provincia, è quello che si è impegnato di più in materia di accoglienza e molte forze politiche e tanti cittadini ritengono che più di così non si può e non si deve fare anche per ragioni di sicurezza. Qual è il punto di vista di Spezia Bene Comune su questo argomento?
Io credo che il Comune abbia fatto bene a scegliere il tema dell'accoglienza, però è innegabile che in certi quartieri sia del centro, che la periferia, sia diventato un problema, per scelte sbagliate si sono create le condizioni perché certi luoghi si sono prestati a diventare dei territori dove la criminalità sta dilagando. La nostra ricetta è molto semplice: crediamo che quei quartieri debbano ritornare a vivere tramite degli incentivi rivolti ai commercianti, facendo in modo che possano riaprire esercizi commerciali per rifar vivere i quartieri. Accoglienza per noi è lavoro, che si deve necessariamente allargare anche grazie a dei progetti pilota nei comuni vicini, che hanno saputo unire accoglienza di richiedenti asilo alla salvaguardia del territorio, per evitare che questi giovani si trovano in città senza fare nulla.

Alla Spezia devono convivere più esigenze e bisogni (porto, marina militare, turismo, bisogno di nuovi posti di lavoro, etc.) il suo programma tiene conto di questa esigenza? Se sì, che risposte fornisce?
Sì. Il nostro programma è questo: vedere come temi strettamente legati, ambiente, lavoro e territorio. Noi riteniamo che non sia possibile per il nostro Golfo fare una scelta anziché l'altra, ma tutti devono coesistere in maniera armonica. La scelta del porto quindi è importante, ma solo se la si porta avanti nel rispetto dei cittadini e della qualità della vita e quindi se le regole vengono rispettate. Poi il turismo che non sia solo il turismo crocieristico, ma che sia un turismo che deve rimanere alla Spezia e non deve fuggire verso le Cinque Terre o verso le città d'arte: per fare questo dobbiamo investire sulla città la città che deve puntare ad avere.

Quale sarà il suo primo atto ufficiale da sindaco, nel caso venisse eletto?
Direi due atti: uno legato al funzionamento della macchina comunale, perché secondo me c'è bisogno di una razionalizzazione e c'è bisogno di una rotazione dei dirigenti per svecchiare modalità e moduli d'approccio e per far sentire meno il divario tra i cittadini e palazzo del potere. Poi mi impegnerei sul piano del lavoro e dei rifiuti, perché c'è bisogno di una svolta clamorosa in città per creare nuove forme di occupazione e il Comune deve farsi garante di un tavolo dove riescono a convivere pubblico e privato. Il tema dei rifiuti è strategico: noi dobbiamo arrivare alla strategia rifiuti zero, però una città così con i rifiuti a cielo aperto e con dei ritardi o con dei problemi, non può essere quella città che sogniamo e soprattutto non è quella città che sognano gli spezzini al di là del colore.

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