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Sgarbi lancia Guerri: “Farò l’assessore alla cultura” e insulta nuovamente Federici e Buren In evidenza

Il critico d’arte in trasferta alla Spezia per sostenere il candidato sindaco Giulio Guerri: “Voglio che gli archi di Buren vengano abbattuti”.


Vi risparmiamo le offese e gli insulti che ormai fanno parte del “personaggio” Sgarbi e che riteniamo di cattivo gusto, comunque ne ha davvero per tutti: dal centrodestra a Daniel Buren (al quale non risparmia coloriti insulti), fino al sindaco Massimo Federici, che, afferma, “ha messo in atto una barbarie contro la cultura”. Il critico ha un pallino costante (“un topos nella mia mente”) che non lo abbandona mai: la riqualificazione di Piazza Verdi, che proprio non gli è andata giù, per usare un eufemismo.

Vittorio Sgarbi è arrivato a tarda notte alla Spezia e non si è fatto mancare, ovviamente, un piccolo tour al chiaro di luna tra gli archi di Buren e “quell’acquetta di m**** che esonda ovunque”, e questa mattina ha spiegato alla stampa le ragioni per cui alle amministrative dell’11 giugno sosterrà convintamente, con la sua lista “Rinascimento”, la candidatura di Giulio Guerri (Per la nostra città).

“Accanto a me c’è la persona che ho già individuato come futuro assessore alla cultura, nel caso in cui dovessimo vincere le elezioni – ha esordito Guerri nella sala Corniglia dell’Nh Hotel, dove Sgarbi ha soggiornato – Con Vittorio ci siamo conosciuti durante la mobilitazione contro i lavori in Piazza Verdi. Abbiamo una sensibilità comune che ci porta ad opporci contro gli scempi politici in materia di cultura. Negli anni passati Vittorio è diventato un amico che si è aggiunto a quanti mi hanno sempre sostenuto nella mia opposizione alla giunta Federici”.

E così La Spezia si candida a diventare un’altra città in cui Sgarbi potrebbe ricoprire il ruolo di assessore: “Gli ho chiesto di dare la sua disponibilità a impegnarsi, nel caso di una nostra vittoria, come assessore alla cultura, agli eventi e al turismo – rivela Guerri – E lui ha mantenuto l’impegno”.

Piazza Verdi e la singolar tenzone con Federici è soltanto la prevedibile scintilla che innesca Sgarbi, che non risparmia dure critiche a nessuno: “La caratteristica della mia persona – spiega Sgarbi – è una certa tenacia, una continuità nelle battaglie che conduco. Qui alla Spezia voglio che si arrivi all’abbattimento degli archetti: il mio obiettivo è togliere quella vergogna, che sta lì davanti al mondo”.
“Il mio obiettivo è abbattere quell’opera – continua Sgarbi, con un commento che di ironico non ha proprio nulla, a nostro parere, visto che tira in ballo il terrorismo.

Da qui il sostegno, di sicura efficacia mediatica, al consigliere comunale Giulio Guerri: “Io mi auguro che alle elezioni vinca Guerri – aggiunge Sgarbi – Se non arrivasse al ballottaggio, la città, anche se si libererà di Federici, non penso che troverà una rotta. Quello che è bello di lui è che per me è stato come un fratello. E in lui c’è anche un aspetto narcisistico: lui infatti mi aveva chiesto di fare il candidato sindaco, ma io ho rifiutato, quindi lui è il mio martire (ride, ndr). Io già sono poligamo, non potrei fare il sindaco, che deve essere monogamo per definizione. Guerri è un uomo gentile e sensibile, che non arrivi al ballottaggio sarebbe una iattura per Spezia. Non capisco bene perché una città debba fare di tutto per umiliarsi”.

Ma nel caso non dovesse avverarsi l’ipotesi di arrivare al ballottaggio, la lista Per la Nostra Città sosterrà qualcuno? “In un eventuale ballottaggio che ci veda esclusi – risponde Guerri – chi rappresenta la continuità con l’amministrazione uscente non potrà avere il nostro sostegno, questo è fuor di dubbio. Per quanto riguarda altre possibili soluzioni, valuteremo se dare indicazioni di voto o meno. Anche se non c’è un motivo per cui la gente che vuole cacciare questa classe dirigente non debba votare la nostra lista”.

Neanche un eventuale appoggio al Movimento 5 Stelle convince Guerri, secondo cui cambiare non significa eleggere in ruolo di governo chi non ha esperienza amministrativa.

“Forcieri? Quella è un’infelice bega di una classe dirigente che si è spappolata – osserva Guerri - Dalla fase del finto unanimismo sono passati a quella della mattanza”.

Ma Piazza Verdi, non c’è verso, risalta fuori come il prezzemolo: “I compagni di partito di Federici sono gli stessi che hanno manifestato per mantenere gli ulivi in Puglia, dove si sta costruendo il gasdotto. Come mai – si chiede Sgarbi - il PD non ha manifestato con la stessa tenacia contro questa imbecillità di Piazza Verdi?”.

Eppure alla fine al nemico Federici Sgarbi concede almeno l’onore delle armi, arrivando quasi a comprenderlo: “Lo considero un nemico della cultura, però capisco che uno che vuole mangiare il suo piatto e se lo vede portar via da questo rompico….. di Sgarbi si incazzi. Le carte in fin dei conti erano dalla sua parte, dovevate avvisarmi prima. Capisco quelle che erano le sue ragioni formali, ma mi fa schifo lo stesso”.

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