Il Partito Democratico contesta il metodo utilizzato per questa ripartizione dei finanziamenti e punta il dito contro il centrodestra che governa la Regione.
“In questo modo – sottolineano i consiglieri regionali – su 56 eventi che hanno fatto domanda ne sono stati ‘premiati’ soltanto 9, senza tenere minimamente conto di criteri importanti come la storia e la qualità delle manifestazioni. Utilizzando il sorteggio l’assessore Rixi prova a sottrarsi alle proprie responsabilità, ma non è così che si comporta una forza di governo. Se i fondi statali sono stati ridotti la Giunta trovi i soldi in un altro modo, altrimenti dove va a finire la discrezionalità delle Regioni? Governare vuol dire fare delle scelte politiche e anche il sorteggio è una scelta ben precisa. In questo caso, poi, non parliamo di milioni di euro, ma di soldi che si possono facilmente reperire nel bilancio regionale, visto che potrebbero bastare 500 mila euro. La Giunta potrebbe, per esempio, iniziare a tagliare le missioni e le spese di rappresentanza, che in questi due anni di governo regionale a marca Toti sono aumentate parecchio. A quel punto i fondi per le manifestazioni ci sarebbero. La Giunta espliciti l’elenco degli eventi esclusi”.
Il Gruppo del Pd ricorda che Confartigianato, già nel dicembre scorso, aveva lanciato un grido d’allarme sui tagli ai finanziamenti per questo tipo di manifestazioni, visto che i fondi 2017 – aveva avvertito l’associazione di categoria - da 750 mila euro sarebbero scesi a circa 300 mila (cifra che poi si è persino ridotta a 200 mila). La Giunta regionale, però, nonostante l’urlo di dolore delle imprese artigianali, continua il Partito Democratico, “è andata ugualmente avanti sulla strada dei tagli, applicando poi il sorteggio delle risorse. Se nel bilancio non sono stati trovati i finanziamenti per questi eventi – precisa il Pd - chiediamo che almeno in sede di assestamento si possa arrivare al 50% delle risorse necessarie”.
Il Gruppo del Partito Democratico, infine, ricorda che, “purtroppo il sorteggio, per quest’amministrazione, è diventato una pratica costante per l’assegnazione delle risorse regionali. Ma a questo punto dove va a finire il tanto decantato merito?”.