L'accordo raggiunto la settimana scorsa tra i due maggiorenti del PD spezzino – la capogruppo in Regione Raffaella Paita e il ministro della Giustizia Andrea Orlando – rivelato in esclusiva da Gazzettadellaspezia.it (leggi qui), ha retto alla prova decisiva dell'assemblea di ieri sera in via Lunigiana, nonostante i diffusi mal di pancia della base e i malumori per le indiscrezioni uscite sulla stampa, che sembravano poter pregiudicare definitivamente la condivisione della candidatura di Manfredini.
Invece no: all'orientamento dei vertici del PD si sono accodati, più o meno a malincuore, anche i delegati dell'Unione Comunale. Con una sola, coraggiosa e simbolica eccezione: quella di Andrea Landi, segretario del circolo PD di Fossitermi, proprio il circolo di Andrea Orlando. Quello di Landi è stato l'unico voto contrario.
76 sì (ne bastavano una sessantina) e 1 solo no - dopo che qualcuno aveva già abbandonato l'assemblea - alla presenza dell'appena eletto segretario regionale Vito Vattuone, hanno ufficializzato la candidatura a sindaco del preside dell'Istituto Fossati-Da Passano, dribblando così le critiche di chi all'interno del partito nei giorni scorsi aveva visto nell'intesa tra Paita e Orlando la classica imposizione calata dall'alto.
La proposta di andare avanti con la candidatura unitaria del socialista Paolo Manfredini è stata subito presentata in apertura di riunione dalla segretaria provinciale Federica Pecunia, con parole chiare e non equivocabili: quella di Manfredini, assessore (dal 2005 al 2012) prima nella giunta Pagano e poi in quella Federici, è considerata una candidatura "capace di unire il profilo politico-amministrativo a quello civico". Con l'intenzione immutata di costruire una coalizione il più ampia possibile (di cui però per ora fanno parte soltanto Psi e Italia dei Valori), e l'ambizioso obiettivo – ad oggi realisticamente difficile - "di vincere già al primo turno".
"Ora tutti pancia a terra per la vittoria del nostro candidato condiviso", ha concluso Pecunia.
La conseguenza inevitabile della decisione di stanotte è l'uscita di scena dell'ipotesi primarie, insieme al nome dell'assessore Corrado Mori. "Impostate con me il lavoro delle prossime settimane", ha proposto la segretaria provinciale a quanti avevano sostenuto con forza la necessità dello svolgimento delle primarie per l'individuazione del candidato sindaco.
In questo contesto l'area dell'eurodeputato Brando Benifei, da che voleva essere ago della bilancia, si è ritrovata schiacciata dall'accordo tra le due correnti maggiori, quella di Paita e di Orlando: non a caso chi non l'ha mandata giù durante il dibattito di ieri sera è stato l'assessore Luca Erba, che ha ribadito di aver creduto fortemente al nome dell'oncologo Franco Vaira, sostenuto apertamente dai benifeiani nell'eventualità in cui si svolgessero le primarie.
Come profilato dallo stesso Erba nel suo intervento, ora l'ipotesi non peregrina (di cui si dovrà capire l'effettiva fattibilità) è che i benifeiani, come ultima rivalsa, presentino una o più liste esterne in appoggio al candidato sindaco Paolo Manfredini. Una "Lista Vaira" in questo scenario non sarebbe quindi fantascienza.
Manfredini dal canto suo aveva dato la disponibilità per la candidatura ai dirigenti del Partito Democratico, a patto però che sul suo nome si manifestassero unità e coesione totali.
Ora il candidato sindaco c'è - e a pensare a come il PD brancolava nel buio nelle scorse settimane è già tanto - ma non mancheranno malumori, dissidi e prese di posizione. Quella di Manfredini, da qui alla tornata elettorale, non sarà di certo la camminata sul velluto che tanti speravano.