"Questa iniziativa - prosegue Fregosi - tradisce la volontà di milioni di cittadini, espressa nel referendum del 2011. L'aggregazione di Acam avverrà con un colosso quotato in borsa. Ho fatto presente che oggi il servizio idrico è pubblico garantendo il minimo vitale di acqua a tutti i cittadini, anche a quelli che per difficoltà economiche non riescono a sostenerne pienamente la spesa (oltre al contributo sociale), e l'Amministratore Acam risponde che questa norma non c'è ma che anzi la sta formulando in un disegno di legge il governo, evidentemente per giustificare l'appoggio a questa scelta di svendere il servizio pubblico. Ciò fa comprendere la gravità della situazione - prosegue Valeria Fregosi - poiché ciò che ora è garantito dal servizio pubblico, con l'integrazione di un privato sarà un mero ricordo, ed ai cittadini più deboli non verrebbe assicurato il minimo di acqua necessario ai bisogni vitali. L'Amministratore ha argomentato la necessità di far subentrare un privato nella gestione dell'acqua con l'esigenza di rifare gli impianti idrici presumendo che il garante metterà un limite al rincaro delle bollette. I cittadini lamentano già ora i recenti aumenti, peraltro deliberati nel primo piano di risanamento presentato, auspicando che la soluzione per Acam passasse dalla vendita del ramo gas e dall'aumento tariffario che avrebbe coperto gli oltre 150 milioni di debiti aggravanti la società Acam Acque".
"Forse chi amministra dimentica che i cittadini pagano, con la bolletta idrica, il consumo e la remunerazione degli investimenti pianificati dall'ATO. Purtroppo il Consiglio comunale - conclude Valeria Fregosi - ha approvato, con il voto favorevole del centrodestra e del Pd, il piano, salvo l'unica voce contraria, quella dei Cittadini Partecipi Solidali che attraverso la mia rappresentanza esprimono profonda indignazione per questa operazione di svendita, che non rispetta la volontà popolare e referendaria espressa nel 2011". Questa la conclusione della consigliera di minoranza.