"Inutile essere ipocriti, ci aspettavamo da un momento all'altro un epilogo come quello che ha visto la defezione da parte del M5S del consigliere regionale Francesco Battistini al colleggio dei probiviri per le sue dichiarazioni su Grillo ed il movimento. Purtroppo certi episodi sono ormai d'abitudine in un ambiente dove troppo spesso democrazia e discussione vengono confusi con obbedienza ad un padre padrone. Quella a cui pensa Grillo è infatti una democrazia senza partiti, a presa istantanea. Per questo ha costruito un movimento di fedeli che reclama la democrazia all'esterno ma pratica all'interno la segretezza e l'obbedienza al capo. Da qui nascono i gineprai di molti territori, con un "domatore" che tiene a bada gli esponenti del suo movimento. Bravi ragazzi, certo, ma non sarà da qui che potrà riprendere fiato la democrazia italiana. Almeno finché le loro energie rimarranno imbrigliate in un involucro senza trasparenza, dove il «metodo democratico» non esiste. Quello che sta succedendo nel consiglio regionale ligure è un episodio che non fa altro che evidenziare ulteriormente certe tendenze e certe contraddizioni grilline per cui, ad esempio, si deferisce un consigliere regionale per l'espressione di un pensiero e poi non si può espellere un consigliere comunale assenteista che tradisce il mandato affidatogli dagli elettori (basti vedere la vicenda Giannini a Sarzana). Francesco, con onestà intellettuale e a differenza di altri esponenti del suo movimento, non ha fatto altro che porre l'accento su certe situazioni. A quel punto una discussione sarebbe stata logica e necessaria in un qualsiasi partito strutturato in organismi organizzativi democratici ma non è stato e non così per il M5S che utilizza metodi molto "particolari" per affrontare certi confronti. Sicuro di una riflessione che sicuramente si rivelerà utile nel prosieguo della sua stimabile attività politica di consigliere regionale, a Francesco esprimo la mia personale solidarietà e quella del Partito Comunista Italiano"