"Riteniamo opportuno - scrivono - che le elezioni siano sospese e che sia varata urgentemente una legge che restituisca ai cittadini il diritto di scegliere gli amministratori. La riforma Delrio aveva voluto sperimentare in anticipo la proposta di riforma costituzionale Renzi-Boschi: la soppressione delle Province con la loro trasformazione in enti di secondo grado, con rappresentanza non più espressa dal corpo elettorale dei cittadini, ma da Sindaci e consiglieri comunali. Ma la proposta è stata bocciata dal popolo. Ecco perché la legge Delrio dovrebbe essere dichiarata incostituzionale.
La nostra posizione non è dettata solo da una polemica giuridico-costituzionale. Alla base del problema c'è anzitutto un grave vulnus democratico: la sottrazione ai cittadini del diritto di voto".
"Occorre inoltre rimediare - proseguono Pagano e Avegno - ai guasti del cosiddetto "riordino", che sottraendo alle Province funzioni in vista di una loro ipotetica soppressione, se da un lato ha incrementato (di poco) le competenze comunali, ha invece dissennatamente (ri)trasferito alle Regioni compiti non propri di un ente legislativo e programmatorio.
Ancora: occorre non trascurare il problema della dimensione ottimale della Provincia, in modo da risolvere in termini di funzionalità ed efficienza il suo ruolo di cerniera fra il Comune, singolo o associato (o meglio ancora se oggetto di fusione) e la Regione: ciò significa mettere mano a coraggiosi accorpamenti, soprattutto dove non esistono ragioni storiche o geografiche che giustifichino il mantenimento dell'ente.
Infine: occorre rimediare al pasticcio rappresentato dall'attuale struttura della Città Metropolitana, vero e proprio doppione rispetto al Comune capoluogo, soprattutto in ragione della coincidenza della figura del Sindaco, sorretto da due diverse maggioranze, di cui una sola elettiva. La soluzione non può che risiedere nella valorizzazione della Città Metropolitana (anche attraverso l'elezione diretta dei suoi amministratori) e nella soppressione del Comune capoluogo, attraverso la sua suddivisione in Municipi omogenei, con propri e distinti organi elettivi, come avviene nelle principali metropoli estere".