Un incontro alla presenza di telecamere e giornalisti, per raccontare i disagi degli studenti che ogni giorno, dal levante ligure (Levanto, Deiva, Bonassola) raggiugono Chiavari per studiare in alcuni istituti superiori (dal Classico, al Nautico, passando per lo Scientifico e l'Artistico, solo per fare qualche nome). Da quando è entrato in vigore il nuovo orario invernale delle ferrovie approvato dalla Giunta Toti gli studenti pendolari del levante ligure sono costretti a fare i conti con disagi e lunghe attese.
"Usciamo di casa alle 6,15 e torniamo quasi alle 16 – racconta Filippo Borgalli, 18 anni, studenti del liceo Scientifico di Chiavari e residente a Levanto – Cambiamo dai 3 ai 5 treni al giorno per andare e tornare da scuola e perdiamo tantissimo tempo. In questo modo viene leso il nostro diritto allo studio. Fino a poche settimane fa, appena usciti da scuola, avevamo il treno delle 14,09 da Chiavari che andava direttamente alla Spezia. Adesso, invece, oltre ad aver spostato il convoglio alle 14,17, siamo costretti a cambiare a Sestri Levante dove, quando va bene e non ci sono ritardi, aspettiamo altri venti minuti. E poi c'è anche chi abita in alcuni paesi lontani dalle stazioni e che quindi, oltre a questo viaggio in treno più lungo, devo prendere mezzi privati o autobus". Sulla stessa linea anche il racconto di Luca Bagnasco, studente diciottenne del Nautico e residente a Levanto. "Oggi ho preso 5 treni in tutto – spiega – la scuola ha dovuto adattare gli orari d'uscita a quelli della ferrovia, ma non basta. Spesso attendiamo anche un'ora in stazione per la coincidenza. E poi ci sono giorni che abbiamo anche i laboratori e a casa arriviamo tardissimo".
"Siamo al fianco degli studenti che reclamano il diritto allo studio – spiegano Paita, Michelucci e Garibaldi – e speriamo che questa protesta pacifica riesca a smuovere la Giunta Toti. Questo nuovo orario che porta la firma dell'assessore Berrino sta creando problemi a tutti, ma il centrodestra preferisce restare chiuso nella sua torre d'avorio. Sono settimane che diciamo che i pendolari e gli studenti sono costretti a patire ogni giorno disagi e disservizi: quando governavamo noi i treni erano garantiti. Non è possibile che un ragazzo esca da casa alle 6,15 e torni alle 16. Senza contare che molti si sono lamentati che questo allungamento dei tempi incide sulle famiglie anche a livello economico, visto che costringe i ragazzi a pranzare fuori".
I consiglieri regionali aggiungono anche che il problema purtroppo "non riguarda solo gli studenti ma anche i lavoratori e gli altri pendolari e il loro diritto alla mobilità. Quest'orario sta scontentando tutti e condannando questa parte di territorio. Senza contare, poi, che c'è anche il tema dei 4 euro a biglietto per chi non risiede nelle Cinque Terre. Una vera mazzata al turismo della nostra provincia, senza ricevere in cambio alcun servizio migliorativo".