Il presidente Giovanni Toti e l'assessore all'Urbanistica Marco Scajola chiedono «una risposta e la definizione di tempi certi nelle decisioni. A causa di interventi legislativi frammentari e scoordinati le categorie si trovano ad operare in uno stato di incertezza non conciliabile con le necessità delle imprese. La decisione di prorogare le concessioni demaniali marittime, prima al 31 dicembre 2015 e successivamente a fine 2020, non è stata accompagnata dalla predisposizione di un quadro normativo complessivo della materia».
Il rinvio alla Corte di Giustizia Europea della decisione sulla legittimità della proroga al 2020 ha ulteriormente peggiorato la situazione: «I tempi di tale decisione – affermano Toti e Scajola - non sono fissati e la scadenza della prima proroga è vicinissima. Il Governo italiano non può lasciare migliaia di cittadini in balia di una sentenza, qualunque essa sia».
«Se dal Governo non arriveranno risposte in tempo utile, tenuto conto che la scadenza del 31 dicembre è prossima, la Regione Liguria valuterà tutti i provvedimenti da prendere per tutelare un comparto con importanti ricadute economiche e turistiche nel territorio», aggiunge l'assessore Marco Scajola.
In Liguria esistono più di tremila concessioni balneari lungo i trecento chilometri della costa. La previsione della libera concorrenza e quindi della messa a gara delle concessioni non tiene conto della peculiarità e della specificità del paesaggio costiero nel quale gli stabilimenti balneari rappresentano una realtà tipica e particolare, un unicum nel territorio europeo. In Liguria, inoltre, le concessioni demaniali comprendono anche la nautica da diporto, la cantieristica navale, la pesca e l'acquacoltura. (23 settembre)