"Buttini prima dice di voler trovare il soggetto che gestisca il castello nel modo migliore e poi esclude tutti "tranne uno"? Qual è la logica che sta dietro una scelta del genere? - prosegue - Sono ben contento che partecipino le cooperative di tipo b, lo do per scontato: io sono convinto che l'amministrazione debba garantire a tutti la possibilità di presentare offerte.
Bisogna premiare il merito: tutti hanno il diritto di partecipare, poi vinca il migliore.
L'amministrazione comunale ha il dovere di favorire la concorrenza, consentendo a tutti di presentarsi alla "gara", forti delle rispettive professionalità: in questo modo si attirerebbero i migliori e vincerebbe "il migliore dei migliori".
Per me questo vuol dire perseguire l'interesse pubblico.
Invece, il sindaco e Buttini hanno escluso tutti tranne le cooperative di tipo b.
Questa scelta conferma, purtroppo, ciò che mi trovo costretto a evidenziare ogni volta in consiglio comunale: manca un'idea di sviluppo, soprattutto in ambito turistico.
Se si punta sul turismo, pensando alla gestione del castello, bisogna ricercare esclusivamente la qualità del servizio.
Stiamo parlando di un bene di assoluto pregio artistico e culturale: gestire il museo non vuol dire soltanto aprire e chiudere la struttura, pulire le stanze, staccare i biglietti.
Il bando di gara avrebbe dovuto premiare la professionalità, i titoli, i curricula e l'esperienza.
E invece tutto il contrario: è un errore grave frutto di scarsa lungimiranza e di assenza di una visione sul futuro.
Il fatto poi che Buttini, come assessore, tiri in ballo persone, lavoratori, soci di cooperative sociali, per farsi scudo e difendere una scelta illogica non mi sembra il massimo della delicatezza e della correttezza istituzionale.
Buttini e il sindaco si confrontino con me, che ho un ruolo pubblico, come lo hanno loro, ma lascino stare i lavoratori, rispettino la loro dignità e la loro riservatezza.
Trovo imbarazzante il silenzio del sindaco: dia spiegazioni su una scelta che ha votato e sostenuto in giunta, una scelta della quale non aveva fatto parola in consiglio comunale.
Eppure più volte le ho chiesto notizie e spiegazioni sul Castello del Piagnaro: in una delle tante occasioni avrebbe potuto informare il consiglio comunale di questa sua volontà".