Nell'ultima uscita ufficiale, nel "lontanissimo" marzo 2012, l'amministrazione lericina giubilava: Il protocollo d'intesa (tra le associazioni di categoria e l'amministrazione comunale) ...sancisce la volontà fra le parti di non istituire nel territorio lericino l'imposta di soggiorno ... perché «danneggerebbe le imprese turistico ricettive, diminuendo la loro competitività rispetto alla concorrenza provocando ingenti danni all'intero sistema economico lericino, in gran parte basato proprio sulle attività turistiche.»
L'assessore Palandri dichiara invece oggi: «il turismo non ne risentirà: pochi euro non fanno la differenza.» Ne faremo tesoro. Chi racconterà ai clienti già prenotati per il periodo a venire di quel sovrapprezzo mai concordato? Ci troveremo allora, per non far brutte figure, ad accollarci quei "pochi" euro che si vanno ad aggiungere ai tanti che le nostre imprese già versano nelle casse comunali.
Ferme restando fondate perplessità sulla correttezza legale e procedurale della nuova imposizione, mi stupisce che proprio un assessore che ben conosce le problematiche del pubblico esercizio provi a giustificare certi comportamenti. Sarebbe come se al bar, esposto il prezzo del caffè, il gestore chiedesse ai clienti di pagare lo zucchero... tanto sono pochi spiccioli.
Altro che il turismo non ne risentirà! Capiamo le difficoltà dell'Ente pubblico, ma ci stupiamo che nessuno riesca a vedere le nostre: anche tra gli albergatori lericini ci sono colleghi che non vivono momenti felici e l'ennesima tassa -migliaia di euro a stagione per ogni struttura- riuscirà soltanto a metterli ancor più in ginocchio. Se lo scopo è di far chiudere altre imprese, siamo sulla buona strada.