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La nostra intervista a Daniela Menini, candidata alle prossime Elezioni regionali In evidenza

Agricoltura, entroterra, zone marginali e svantaggiate sono i temi della sua politica. 

In vista delle prossime Elezioni regionali del 27 e 28 ottobre, la Redazione di Gazzetta della Spezia ha sentito Daniela Menini, candidata di Fratelli d'Italia al Consiglio regionale.

Chi è Daniela Menini e cosa può fare per la nostra regione?

Sono una mamma, una nonna, una donna dell'entroterra, che si è saputa rapportare con tanti mondi lavorativi e sociali, ma che soprattutto si è dedicata al territorio. Questo è lo scopo della mia politica, ovvero rendere più semplice la vita nell'entroterra ligure, dove tutto è più complicato e lontano, soprattutto per le persone e i settori economici più fragili. Pensiamo ad esempio all'agricoltura in Liguria: per la conformazione del territorio portare avanti questo tipo di attività è sicuramente più difficile che in altre zone.

Come ho cercato di fare anche in questi ultimi quattro anni, in Liguria vorrei cercare di risolvere i problemi legati all'agricoltura e all'entroterra, sicuramente non facile, perché la questione non dipende solo da politica regionale, ma anche nazionale. A mio avviso sarebbe necessaria una politica a livello centrale, appositamente per i territori svantaggiati, volta anche a favorire la permanenza della popolazione in quei territori, per evitare che diventino abbandonati. E' un tema che sento molto, vivo a Zignago.

Quindi agricoltura, entroterra, zone marginali e svantaggiate sono i temi della sua politica. Per quanto riguarda l'agricoltura, possiamo approfondire?

In questa campagna elettorale ho sentito poco parlare di agricoltura e entroterra, di zone marginali e svantaggiate. Ho deciso quindi di chiedere un incontro con il candidato alla presidenza Marco Bucci che mi è stato accordato ed effettuato lunedì scorso, in una sala congressi di Brugnato gremita di imprenditori, in rappresentanza del settore agricolo, degli allevamenti, dei castanicoltori e del mondo della caccia.

É stata un'occasione importante per evidenziare le problematiche relative al mondo agricolo. Ad esempio la necessaria sburocratizzazione e semplificazione dei bandi PSR in agricoltura, perché è vero che esistono molti contributi comunitari, ma il settore ha fatto presente che da quando si inoltra il bando a quando si va a concretizzare il finanziamento, passano troppi anni. Fondamentale, sarebbe anche trovare modalità per favorire l'accesso al credito delle imprese agricole. E' importante giungere ad  un accordo con gli Istituti di Credito, affinché facilitino questo iter, in quanto i PSR vengono liquidati a spese sostenute e pagate con bonifico, quindi difficile se non si hanno garanzie personali. In questo, molti giovani imprenditori, purtroppo, trovano grosse difficoltà.

Vedrei positivamente anche una "rete" creata tra i Comuni per la valorizzazione sia dei prodotti tipici, che delle proposte che il territorio naturalmente può offrire, con riferimento anche alle numerose attività sportive e outdoor che potrebbero nascere. Inoltre penso sia importantissima la regolamentazione del mondo agricolo venatorio, perché nel territorio è fondamentale che vengano tenuti sotto controllo gli animali selvatici che non solo rovinano le coltivazioni, ma predano il bestiame, arrecando danni rilevanti all’attività agricola.

Altro tema importante è la necessità di aumentare l'organico del personale nell’ispettorato agrario, perché il lavoro passa da quegli uffici, formando risorse che si dedichino a quella materia e che affianchino quelle attualmente presenti e con esperienza, prima che vadano in pensione.

Che cosa sarebbe importante per le zone marginali e svantaggiate?

Innanzitutto la rete viaria dalla costa all'entroterra e nell'entroterra stesso, che deve essere comunque garantita, sia per chi ci vive in questi luoghi, sia per chi fa attività di ricezione, agrituristica, artigianale e commercisle. Infatti tutte le attività che vengono sviluppate nell’entroterra creano posti di lavoro e permanenza sul territorio. Se la popolazione resta, i terreni sono meglio manutenuti, è anche una forma di salvaguardia contro il dissesto idrogeologico, per il quale sappiamo che invece l'abbandono è deleterio. Penso sia importantissimo, quindi, pensare a politiche incentivanti, sia per le attività commerciali, che ricettive, volte soprattutto a facilitare il quotidiano di chi vive e lavora nell'entroterra.

A tutto questo va accompagnato un buon sistema sanitario territoriale. E' di primaria importanza, infatti, mantenere e creare presidi locali e una sanità territoriale che garantisca un accesso alle cure e alle visite immediato e più semplice, onde evitare lunghi spostamenti per questioni non gravi.

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