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Intervista ad Andrea Orlando, candidato del centrosinistra alla presidenza di Regione Liguria In evidenza

Linee guida, idee, programma sulle principali tematiche.*Rilancio economico della Liguria.

Sviluppo economico e occupazione
Quali sono le sue proposte per rilanciare l’economia della Liguria, soprattutto in settori come il turismo, la cantieristica e l'innovazione tecnologica?
In Liguria, nonostante i proclami, il turismo è cresciuto meno che nel resto del Paese, ma in molte zone il mancato governo del fenomeno ha prodotto conseguenze negative. Occorre superare il Piano del Turismo, scaduto nel 2017, per aggiornare le politiche al mutato scenario post COVID, attraverso modello di governance turistica integrato, basato sul coordinamento tra livello regionale e
locale. In questo modo potremo attuare la destagionalizzazione del fenomeno, anche e soprattutto puntando sul turismo culturale, sportivo e fieristico, contrastando l’overtourism con politiche di lungo respiro e scongiurando soluzioni escludenti, come avvenuto per le Cinque Terre. La cantieristica, poi, è un settore fondamentale per lo sviluppo industriale della nostra Regione e va favorita, anche e soprattutto con un forte investimento in Ricerca e Sviluppo, puntando sull’innovazione tecnologica, e creando lavoro buono, ad alto valore aggiunto. Pensiamo che non possa esistere una Liguria in cui si consuma e non si produce: è dalla trasformazione e dalla produzione, con le nostre eccellenze, che passa il futuro della nostra terra.


Lavoro e giovani
Il tema della disoccupazione giovanile è cruciale. Quali misure pensa di adottare per creare opportunità di lavoro stabili e ben remunerate per i giovani liguri?
Il fatto che la nostra Regione sia cresciuta meno delle altre e abbia creato soprattutto lavoro povero costituisce una delle principali cause della strutturale emigrazione giovanile, che sembra relegare la Liguria a un futuro di costante declino. Per invertire virtuosamente il trend, prevediamo misure concrete e immediatamente attuabili: approveremo subito il salario minimo regionale di nove euro all’ora, per i contratti degli appalti e delle concessioni della Regione e delle sue partecipate; e alzeremo l’indennità minima per i tirocini extracurricolari da 500 a 800 euro. Adotteremo un “pacchetto regionale di lavoro di qualità”, che preveda premialità per le aziende che, partecipando a bandi regionali, assumano almeno il 30% di giovani e donne, che prevedano sperimentazioni di riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e di congedo di paternità di almeno trenta giorni.


Ambiente e transizione ecologica
La Liguria ha una costa meravigliosa, ma è anche vulnerabile a cambiamenti climatici e disastri ambientali. Quali iniziative propone per tutelare l’ambiente e favorire una transizione ecologica nella regione?
Dobbiamo occuparci urgentemente del dissesto del nostro territorio, puntando sulla prevenzione e uscendo dalla logica degli interventi di somma urgenza. Per questo costituiremo un soggetto dedicato a questo scopo, che avrà un ruolo proattivo, non solo reattivo, di coordinamento puntuale, con un dialogo costante con i Comuni, specie quelli che necessitano di maggior sostegno e coordinamento nella progettazione degli interventi di contrasto al dissesto. La Liguria va de-impermeabilizzata, dobbiamo fermare il consumo di suolo: nei primi cento giorni di mandato approveremo una legge contro il consumo del suolo, che lo porti a zero entro il 2040. Per prenderci cura del nostro territorio, è necessario integrare le strategie per la valorizzazione delle aree interne e della linea di costa. Il costo sociale dell’abbandono dell’entroterra porta il nome del dissesto idrogeologico e del degrado del patrimonio culturale e paesaggistico. Tutto il nostro programma è caratterizzato da iniziative volte a tutelare l’entroterra, rilanciarne l’attrattività, sostenere l’agricoltura, promuovere la sostenibilità e la manutenzione del territorio. Parimenti, la zona costiera della Liguria rappresenta un patrimonio inestimabile, che dobbiamo valorizzare, rispettare e difendere dai fenomeni di erosione e dalle mareggiate.


Infrastrutture e mobilità sostenibile
La Liguria soffre di infrastrutture viarie spesso inadeguate. Cosa prevede di fare per migliorare i collegamenti interni e promuovere una mobilità sostenibile?
Dopo nove anni di Toti, la Liguria è una Regione più isolata e più divisa al suo interno. Dobbiamo realizzare immediatamente le infrastrutture finanziate, in larga parte da governi di centrosinistra, e reperire fondi per quelle strategiche che ancora difettano di finanziamento. In questi anni abbiamo più volte denunciato come al metodo commissariale, che taglia in radice la possibilità di partecipazione e condivisione delle persone, non corrisponda a una maggiore efficienza nella realizzazione. Quello dei trasporti è un altro ambito decisivo per i cittadini e che versa in uno stato disastroso. In una Regione che dipende dal trasporto ferroviario per la mobilità di moltissimi pendolari e studenti, oltre che per il turismo, il contratto di servizio con Trenitalia è pessimo e il mio impegno è quello di rinnovarlo completamente. Dobbiamo finalmente realizzare quell’integrazione ferro-gomma senza la quale non decongestioneremo mai le città. Insomma: più trasporto pubblico. Se Toti in nove anni ha sprecato molti soldi senza riuscire a realizzare un sistema di bigliettazione elettronica decente noi lo faremo, rendendo possibile collegare la tariffa al servizio effettivamente utilizzato, attraverso la sperimentazione di politiche di tariffazione agevolata: ad esempio per i pendolari, nelle ore di maggior congestione del traffico su gomma, e alle studentesse e agli studenti, con misure strutturali e non a spot.

Sanità e servizi sociali
Dopo la pandemia, la sanità pubblica necessita di rafforzamenti. Quali sono le sue proposte per migliorare i servizi sanitari e di assistenza in Liguria?

La destra ci consegna una sanità al collasso. Oltre duecento milioni di debito, 99 milioni di spesa annua per la mobilità passiva, tante promesse – reiterate in questa campagna elettorale – ma nessun ospedale realizzato, una sola casa di Comunità attivata delle 32 finanziate dal PNRR. Oggi quasi un ligure su dieci rinuncia alle cure, mentre la spesa media pro-capite per curarsi è di 900 euro all’anno: il dato peggiore d’Italia. Colpisce, davvero, la scelta di candidare nella lista Bucci l’ex Assessore alla Sanità, rivendicano i fallimenti di questi anni. Perché dietro queste cifre si celano le sofferenze e le solitudini delle persone. Noi rafforzeremo la sanità pubblica, contro la logica del privato “sostitutivo” e non “integrativo”. Aboliremo l’inutile carrozzone di Alisa, ricollocandone interamente il personale per potenziare i Dipartimenti Salute. Abbatteremo ogni anno del 20% le liste d’attesa, attraverso un rafforzamento dell’erogatore pubblico e un rafforzamento della medicina territoriale. Non basta dire “faremo lavorare di più le macchine”, che peraltro sono tra le più obsolete d’italia: servono nuove assunzioni e politiche che valorizzino il personale sanitario, nelle voci premianti dei contratti e attraverso politiche di welfare complessivo: una su tutte, il calmiere per gli affitti di infermieri ed OSS. Dobbiamo lavorare al contrasto alla desertificazione sanitaria, soprattutto nelle aree interne, attraverso una nuova alleanza coi medici di medicina generale, troppo spesso gravati da burocrazia inutile e sovraccaricati di lavoro e pazienti.


Gestione dei fondi europei
La Liguria avrà accesso a fondi europei per la ripresa. Come pensa di gestire queste risorse per garantire uno sviluppo equo e sostenibile in tutta la regione?
La Regione Liguria ha necessità di spendere al meglio i fondi europei di cui è destinataria. Sotto il profilo industriale, sarà necessario, più che in passato, favorire una maggior coerenza e coordinazione tra la programmazione ordinaria dei fondi europei, il PNRR, e il fondo europeo per gli investimenti, ma anche promuovere forme originali di collaborazione territoriale con le principali aree metropolitane del Nord-Ovest. Un discorso a parte meriterebbero le aree interne, per le quali il PNRR è stato persino penalizzante: progetti già in corso hanno dovuto essere riconvertiti con notevole dispendio tecnico che i piccoli comuni non possiedono: la Regione deve attivarsi per incoraggiare gli enti locali di piccole dimensioni ad affidarsi, per gare di tipo complesso, a centrali di acquisto a livello provinciale.


Immigrazione e inclusione sociale
La Liguria è anche una terra di passaggio per molti migranti. Come intende gestire le politiche di inclusione e integrazione per garantire una convivenza pacifica e solidale?
La Regione può e deve avere un ruolo cruciale nel governare il fenomeno migratorio in modo efficace, garantendo il rispetto dei diritti umani e della dignità delle persone. Gli interventi di inclusione, accoglienza e integrazione rivolti ai migranti e alle comunità emarginate, con particolare attenzione alla lotta contro la povertà infantile. Per raggiungere questi obiettivi, ci impegniamo a contribuire alla realizzazione di progetti e corridoi umanitari, promossi dalle organizzazioni del terzo settore attive sul nostro territorio; finanziare progetti che promuovano l’accoglienza diffusa nei Comuni e l'inclusione socio-lavorativa di richiedenti asilo e rifugiati; promuovere strumenti che favoriscano la piena partecipazione alla società per tutte le persone straniere che vivono e lavorano nella nostra Regione. Istituiremo un tavolo regionale di coordinamento con gli enti locali e con il terzo settore per la programmazione delle politiche di accoglienza e di inclusione. Vogliamo costruire una Liguria aperta, solidale e che riconosca nella pluralità una preziosa risorsa culturale, sociale, economica.


Politiche demografiche
La Liguria affronta un forte calo demografico. Quali misure concrete intende adottare per incentivare la natalità e sostenere le famiglie?
La composizione demografica e il trend di decrescita, così forte nella nostra Regione, ci pongono davanti nuove sfide: nel supporto alle persone sole, agli anziani; nel sostegno all’emancipazione delle donne e nella costruzione di opportunità per le giovani e i giovani. Investiremo nella costruzione di un vero sistema sociosanitario integrato, non solo per una vera presa in carico della non autosufficienza, ma anche in una società patriarcale è sempre la donna a doversi fare carico della cura di anziani e bambini, dovendo sovente scegliere tra la cura dei propri genitori anziani, il proprio lavoro e la costruzione di una famiglia. Per fare figli non basta incitare le persone ad averne: occorre occuparsi del welfare, ad esempio realizzando gli asili nido previsti dal PNRR e su cui si misura l’ennesimo fallimento della Giunta Toti.


Cultura e valorizzazione del patrimonio ligure
Quali politiche culturali pensa di promuovere per valorizzare il patrimonio artistico e culturale della Liguria, anche in chiave turistica?
La programmazione culturale della Regione e del Comune di Genova, in questi anni, ha coinciso con un marketing di baso livello, caratterizzato da campagne comunicative stereotipate e grossolane per iniziative costosissime e inutili. Toti e Bucci non hanno manifestato alcuna idea di valorizzazione culturale dei territori, di supporto a progetti nuovi che sappiano destagionalizzare il turismo e creare opportunità nuove di lavoro e occupazione non saltuarie o occasionali per i giovani e le giovani liguri. Nomineremo un Assessore di alto profilo alla Cultura, convocando immediatamente gli Stati Generali della Cultura. Ci impegniamo ad aumentare l’investimento complessivo nel capitolo Cultura e Spettacolo. Dopo questi anni di governo di destra, la Liguria è diventata una delle ultime regioni italiane per stanziamento di fondi regionali (come dal rapporto Federculture 2023), con soli 6 milioni di euro circa l’anno. Sosterremo lo Spettacolo dal Vivo, non tramite modalità arbitrarie come quelle attuali, ma attraverso uno strumento specifico per il settore che stabilisca un sostegno pluriennale non a singoli progetti episodici, ma all’attività ordinaria delle imprese e dei teatri, attraverso valutazioni e criteri oggettivi misurabili e trasparenti, premiando la qualità e la capacità di creare occupazione e valore aggiunto. La regia regionale, completamente assente in questi anni, sarà invece fondamentale per realizzare una programmazione di obiettivi assieme agli enti locali, alle associazioni e ai sindacati di settore, che nell’ambito delle specifiche autonomie, crei veri e propri distretti culturali; che dia il senso della cultura non solo come intreccio di eventi, ma come elemento di identità collettiva, motore di coesione, centro di ricostruzione dello spazio pubblico.

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