Sarebbe capace di parlare un linguaggio fiorito e ricco di citazioni, ma non lo fa quasi mai, anche se quando maltrattano la lingua italiana durante i dibattiti nell'aula del consiglio regionale in cui siede da cinque anni, un poco ci soffre. Professore di latino e italiano al liceo scientifico Pacinotti dal 1986, Roberto Centi è un politico sui generis, forse perché anche dopo questa importante esperienza istituzionale, un politico vero e proprio non è lo diventato. Non è diventato cinico, non ha una grande propensione al calcolo e alla strategia e studia moltissimo i dossier.
Consigliere, si candiderà per un secondo mandato?
Ho dato la mia disponibilità, incoraggiato dalle tante persone che mi hanno spronato in questo senso. In molti mi fermano in città dicendomi di andare avanti, che in me hanno fiducia perché avvertono che sono una persona onesta. È il complimento più bello che un uomo pubblico può ricevere, ed è una spinta a proseguire il proprio impegno.
Il centrosinistra ha trovato in Andrea Orlando il proprio candidato. È la scelta giusta?
Credo proprio di sì. Orlando ha dalla sua parte l'esperienza e la competenza, requisiti fondamentali per ricoprire una carica così impegnativa come quella di governatore. Sono convinto abbia anche la capacità politica per fare la sintesi di una coalizione ampia come quella che sia sta costituendo.
Auspica che anche Italia Viva ed Azione entrino a far parte dell'alleanza?
Con gli esponenti di Azione a Genova abbiamo già collaborato in maniera positiva. Mi auguro si possano limare le ultime differenze. Su Italia Viva, premesso che a decidere sarà il livello nazionale e regionale, credo che innanzitutto si debba sciogliere il nodo della loro presenza nella giunta Bucci. Non si può non vedere che la storia di Italia Viva degli ultimi anni sia stata caratterizzata da ambiguità.
Qual è il risultato che ha raggiunto in questi cinque anni di consiglio regionale del quale è più orgoglioso?
Le dico l'ultimo. Il bando operativo dei beni confiscati alla mafia che è stato aperto il 3 settembre e chiuderà il 30.
Se glielo chiedessero, accetterebbe nuovamente di fare il presidente della commissione antimafia della Liguria?
Spero di no, perché si tratta di un ruolo riservato alle opposizioni e io mi auguro che il centrosinistra riesca a vincere le prossime elezioni. C'è bisogno di un cambiamento forte: etico sicuramente, perché come ha detto oggi Orlando tutti i democratici dovrebbero sdegnarsi del fatto che il capo di gabinetto di un governatore sia stato accusato dalla Procura di aver chiesto voti a persone in odore di mafia. Ma poi soprattutto occorre un salto di qualità nell'azione di governo: c'è stata troppa comunicazione e pochi fatti. Basti pensare alla nostra sanità provinciale, ridotta allo stremo delle forze. In nove anni non è stato fatto nulla.