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Alberi tagliati perché pericolanti, scontro in consiglio Comunale In evidenza

di Massimo Guerra - Dall'opposizione la richiesta di coinvolgere i cittadini e cercare, se possibile, misure alternative al taglio; la maggioranza pone in primo piano la sicurezza.

Verde pubblico al centro del dibattito in consiglio comunale ieri sera, per discutere su due distinte mozioni, una presentata dalla minoranza e un'altra presentata dalla maggioranza, sulla questione degli alberi abbattuti negli ultimi tempi in aree verdi pubbliche.

Il patrimonio arboreo comunale annovera circa 10.000 alberi, rigorosamente schedati e monitorati da alcuni anni da imprese agronome specializzate, tra essi quasi la metà sono costantemente sotto controllo.

A sollevare le proteste di molti cittadini il taglio avvenuto un paio di settimane fa del cedro di Pegazzano, un albero sotto cui sostavano nelle ore più calde gli anziani del quartiere.

Nella mappatura digitale effettuata dal 2018 dal Comune con tanto di geolocalizzazione, foto dell'albero e della zona circostante sono riportati i dati principali di ogni singola pianta rilevata nel censimento: altezza, diametro del tronco, età, stato vegetativo, stato della corteccia, delle radici, eventuali malattie e trattamenti.

Nella classificazione dello stato di salute da A a D si procede all'abbattimento nel caso in cui l'albero sia in classe d. Per le piante classificate in C vengono effettuate delle verifiche strumentali e degli approfondimenti da parte degli agronomi.

In Consiglio comunale ieri sera si è discusso molto di verde pubblico, in particolare i consiglieri di minoranza che hanno firmato una delle due mozioni all'ordine del giorno hanno sottolineato la mancanza di qualsiasi comunicazione preventiva da parte del Comune ai cittadini in occasione del taglio di alberi, all'apparenza sani come il Cedro di Pegazzano, anche se magari minati da problemi di salute catalogati dagli esperti.

Partendo proprio dall'abbattimento di Pegazzano la consigliera di Leali a Spezia Giorgia Lombardi ha ricordato come per salvarlo fossero state raccolte in pochi giorni ben 400 firme.

Contestato in particolare il programma di 240 abbattimenti da portare a termine su 340 complessivi, richiamando la necessità di attuare un catasto delle alberature e fare un bilancio annuale tra alberi abbattuti e quelli piantati oltre all'adozione di un piano del verde a lungo termine.

Anche la capogruppo Pd Martina Giannetti ha insistito sulla mancanza di un vero e proprio piano green.

Da parte della maggioranza, ha spiegato il consigliere di Fratelli d'Italia Matteo Basso: "Una perizia strumentale lo classificava in categoria D, la più pericolosa. Comprensibile l'attaccamento a quell'albero e alla sua ombra da parte dei residenti, ma la sicurezza viene prima di tutto. Coinvolgere la cittadinanza per alberi che vanno abbattuti per legge non ha alcun senso", ha concluso Basso.

Da parte sua Franco Vaira di Avantinsieme ha sostenuto che le imprese in appalto non metterebbero in atto l'antica arte della potatura, ovviando ai problemi di costi e tempi con potature drastiche anziché frequenti piccoli interventi.

A ruota sullo stesso tenore gli interventi dei Dem Andrea Montefiori e Marco Raffaelli, oltre che di Massimo Lombardi di Spezia Bene Comune, mentre per la maggioranza hanno argomentato Giacomo Peserico, capogruppo di La Spezia civica e  Umberto Costantini, capogruppo di Fratelli d'Italia, mentre Claudio Tancredi della lista La Spezia civica ha ricordato tra l'altro l'infausto destino dei pini di piazza Verdi, né vecchi né pericolosi ma tagliati per fare spazio alla nuova piazza, infine l'intervento di Fabio Cenerini del gruppo misto di maggioranza, a favore dell'abbattimento per motivi di sicurezza.  

Nessuno ha parlato però dei 17 alberi tagliati nella sola scalinata Spallanzani e mai più ripiantati malgrado siano passati già alcuni anni dai primi abbattimenti.

A conclusione del dibattito, bocciata la mozione dell'opposizione con i 19 voti contrari della maggioranza, i 9 a favore della minoranza e l'astensione di Cenerini, approvato l'ordine del giorno della maggioranza con 19 voti del centrodestra, il voto contrario di Vaira e Sommovigo e l'astensione di Cattani, Cenerini, Frau, Giannetti, G. Lombardi, Raffaelli, Montefiori e M. Lombardi.

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