C'è anche quella del sindaco di Monterosso Emanuele Moggia tra le oltre 500 firme raccolte (per ora) dalla petizione lanciata su change.org dalla Rete NO GPA e diretta al Parlamento italiano.
La petizione mira a fare confermare il divieto della pratica della maternità surrogata in Italia ed anche a cercare di arginarla a livello europeo.
Questo il testo della petizione:
LA MATERNITA' SURROGATA E' UNA PRATICA CONTRO L'UMANITA'
Come ha scritto la Corte Costituzionale nella sentenza n. 79 del 23 febbraio 2022, riprendendo le sentenze n. 272 del 2017 e n. 33 del 2021, la surrogata "(...) offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane, assecondando un'inaccettabile mercificazione del corpo, spesso a scapito delle donne maggiormente vulnerabili sul piano economico e sociale."
A questi principi chiediamo la politica si attenga nel confermare il divieto di maternità surrogata nel nostro paese e, come sottolinea sempre la Corte Costituzionale, arginando la pratica con uno: "sforzo che richiede impegni anche a livello internazionale". E non solo perché la maternità surrogata lede i diritti delle donne, ma perché mercifica e offende la dignità dei bambini e delle bambine.
Condividiamo appieno questi richiami dell'Alta corte, che individua il centro della questione: la GPA è una pratica intollerabile, e va contrastata in tutti gli ambiti a cominciare dalle istituzioni europee e dall'ONU. Sono già attive a livello internazionale reti ed alleanze che chiedono la messa al bando della maternità surrogata, queste azioni devono essere sostenute dagli Stati, a partire da quelli che con chiarezza vietano la maternità surrogata.
È nel Parlamento che si formano le leggi e si individuano percorsi normativi, che oltre a confermare la contrarietà alla maternità surrogata e un maggior controllo sull'applicazione della norma, spingano a livello UE e ONU per un bando di tale pratica a livello internazionale e al tempo stesso risolvano questioni che abbisognano di un quadro giuridico certo nell'interesse preminente dei bambini, così come sollecitato dalla Cassazione e la Corte Costituzionale.