Domani saremo in piazza insieme alle ragazze e ai ragazzi di Fridays For Future per lo sciopero del globale del clima.
Usciamo da un'estate che passerà alla storia per la siccità senza precedenti: agricoltori in ginocchio, incendi devastanti, centrali elettriche ferme. Solo poche settimane fa abbiamo visto il rovescio della medaglia: alluvioni violentissime con morti e sfollati. Il tutto mentre il costo delle bollette si preannuncia sempre più insostenibile. Il prezzo del gas continua a crescere, e l'arrivo delle basse temperature manderà sul lastrico persone, famiglie e imprese.
La soluzione del governo? Prolungare la vita delle moribonde centrali a carbone e imbarcarsi in costosissime e immorali infrastrutture per il gas. Con buona pace della salute, del clima e pure delle bollette.
Eppure proprio questa dovrebbe essere l'occasione per iniziare una vera transizione ecologica: energie rinnovabili, aria pulita, auto-produzione a costi contenuti, indipendenza energetica. Per questo l'Italia deve assolutamente riprendere il controllo dell'intero sistema energetico nazionale. Bisogna avere il coraggio di attuare le nazionalizzazioni, laddove le privatizzazioni hanno evidentemente fallito.
Ci dicono che sia una proposta estremista. È vero il contrario: mettere lo Stato in condizione di realizzare la transizione energetica è urgente e di buon senso, tanto dal punto di vista economico quanto da quello ecologico. Estremista è chi non sta facendo nulla per abbassare i prezzi di luce e gas con l'inverno che si avvicina. Estremista è chi pensa di ridurre la dipendenza dal gas russo con le centrali a carbone, o con gas acquistato da altri dittatori, invece che con le energie rinnovabili.
Per questo Unione Popolare propone come prima misura il controllo pubblico sulla produzione energetica nazionale, per abbassare i prezzi delle bollette reinvestendo i profitti, e per coordinare una profonda transizione ecologica della produzione energetica. E costruire finalmente un futuro migliore per il nostro Paese.
Unione Popolare