Il piano per il rientro a scuola il 7 gennaio 2021 era pronto: le prefetture hanno adottato i documenti operativi elaborati dai tavoli di coordinamento scuola-trasporti istituiti in tutte le Province. In base a quanto previsto dal DPCM del 3 dicembre 2020, dunque, a partire dal 7 gennaio 2021 il 50% della popolazione studentesca sarebbe ritornato alla didattica in presenza per arrivare poi al 75% a partire dal 15 gennaio (il restante 25% avrebbe continuato la didattica a distanza).
Con questa prospettiva i singoli istituti sono stati chiamati ancora una volta a organizzare soluzioni idonee scegliendo tra: differenziazione degli orari d’ingresso e di uscita, flessibilità in entrata attraverso turni scaglionati, articolazione delle attività didattiche in 6 giorni, sabato compreso, riduzione a 45/50 minuti delle singole ore di lezione. E la scuola, come sempre dall'inizio dell’emergenza epidemiologica, attraverso i suoi dirigenti, docenti, collaboratori, commissioni orario chiamate a lavorare di nuovo alla stesura degli orari anche durante le vacanze natalizie, ha svolto il suo compito coscienziosamente perché prima di tutto vengono le studentesse e gli studenti che hanno diritto all'istruzione e ad una scuola aperta a tutti, come recita l'articolo 34 della Costituzione Italiana.
La scuola, oggi più che mai, rappresenta l'unico vero baluardo contro la semplificazione della cultura professata dai social, l'unico luogo che possa davvero garantire lo sviluppo dell'identità personale. Questo sviluppo, però, si realizza attraverso i rapporti interpersonali, ovvero l'incontro e lo scambio diretto tra pari e il confronto con gli adulti che si sono assunti il compito di educatori sul piano didattico e sul piano etico.
Tutto era pronto, eppure... nella notte del 5 gennaio il Governo si è espresso per un ennesimo rinvio, anche se parziale: il rientro delle scuole superiori di secondo grado su territorio nazionale slitterà a lunedì 11 gennaio. Lasciando da parte le critiche ad un esecutivo che fa e disfa giorno dopo giorno chiamando i cittadini ad affrontare la quotidianità destreggiandosi su fili gialli, arancioni o rossi come funamboli, non si può non esprimere il nostro dissenso nei confronti di un ulteriore rinvio dell'apertura delle scuole che molte Regioni richiedono per paura di una recrudescenza dei contagi. Rimandare in attesa di tempi migliori appare comunque un’utopia perché, anche nel caso di una capillare estensione della vaccinazione, non usciremo dalla pandemia in tempi brevi. Dobbiamo piuttosto impegnarci a fare tutti la nostra parte, in dimensione sia privata che pubblica, garantendo al meglio i servizi da fornire alla collettività.
In primis la scuola che, in questo senso, si è attivata da tempo e i nuovi piani didattici sono pronti ma il vero problema, probabilmente, sta altrove. Gli studenti, a scuola, ci devono arrivare. E come? La “vexata quaestio” riguarda soprattutto i trasporti. Raffaella Paita, presidente della Commissione trasporti alla Camera, ha chiesto trasparenza nel resoconto dei numeri dei mezzi pubblici coinvolti per potenziare i servizi e ha proposto l'impiego degli ausiliari del traffico per garantire la sicurezza. La deputata di IV ha sottolineato che già il garantire il rientro a scuola solo al 50% della popolazione studentesca è di per sé una sconfitta, almeno Regioni, aziende e Governo facciano la loro parte per una corretta ripartenza.
A questo punto, se il Ministero dei Trasporti ha messo a disposizione le risorse finanziarie per potenziare il sistema dei trasporti pubblici, spetta ai Comuni stringere accordi con le compagnie private per avere più mezzi pubblici a disposizione.
Se dall’universale scendiamo al particolare e consideriamo nello specifico la situazione della nostra città, ci piacerebbe sapere quale Piano Trasporti è stato organizzato dal Comune di Sarzana, dalla Provincia della Spezia e dal gestore del servizio per garantire l'afflusso degli studenti nelle scuole di ogni ordine e grado. Chiediamo quindi all'amministrazione comunale di pubblicare quanto prima una nota informativa in merito, naturalmente nella speranza che l'apertura delle scuole superiori non sia rimandata alle calende greche.
Roberta Ambrosini
responsabile scuola Italia Viva Sarzana