Firenze è lontana, troppo lontana, e al di là di qualche sopralluogo del presidente Rossi, nominato commissario straordinario per la ricostruzione, nulla si è visto, tanto che risulta ancora fermo sui resti del ponte il furgoncino che vi stava transitando al momento del crollo, nel mese di marzo. Genova è più vicina, anche perché il presidente Toti e l’assessore Giampedrone hanno casa nella zona, ma il confine regionale impedisce qualunque efficace coordinamento tra iniziative inerenti la viabilità, che dovrebbero essere coordinate tra loro e non riescono ad esserlo proprio per la presenza di un illogico confine regionale, che significa doppia e diversa burocrazia, diversi capitoli di bilancio, diversa e non coordinata programmazione.
La sensazione è che le aziende interessate alla viabilità, ovvero l’ANAS e la società di gestione dell’autostrada A 15, risultino di fatto coinvolte e bloccate dall’incredibile ingorgo burocratico che si è creato e non si riesce a capire quanto dipenda da loro e quanto no, nei ritardi non tanto e non solo nella ricostruzione del ponte, quanto anche negli interventi provvisori, quali le rampe di accesso all’autostrada, richieste a gran voce da tutti gli enti locali della zona.
L’associazione Lunezia intende richiamare tutti – proprio in questi giorni nei quali ricorrono i cinquant’anni dall’istituzione effettiva delle Regioni attuali – sulle contraddizioni e i forti limiti allo sviluppo determinati da quei confini troppe volti non rispondenti alla volontà delle popolazioni interessate ed al corso della storia. Potremmo far diventare l’immagine di quel ponte crollato ed accartocciato il simbolo concreto della nostra azione culturale e politica. Ma non siamo dei provocatori, e non lo faremo.
Chiediamo però con forza che, in attesa di nuovi ordinamenti istituzionali nel Paese, e quindi di nuovi confini dove questi si rendono necessari, le due Regioni interessate trovino il modo di coordinare tra loro, e con gli enti preposti, un rapidissimo superamento dell’attuale inaccettabile situazione, cessando di considerare la Lunigiana, soprattutto da parte Toscana, territorio marginale e non oggetto di sufficiente attenzione. Chiediamo inoltre agli enti locali e alle forze politiche, nessuna esclusa, di farsi carico di questa situazione non soltanto per promuovere e adottare interventi di carattere provvisorio, bensì nella prospettiva sopra ricordata di un superamento definitivo di una distorsione territoriale economica e sociale.
Associazione “Lunezia”