"La decisione molto importante del Governo, di stanziare 96 milioni per la nuova linea ferroviaria Pontremolese, ci impone di allargare l’orizzonte delle riflessioni sul potenziamento del sistema infrastrutturale dell’area territoriale compresa tra il fronte marittimo di La Spezia e Carrara, l’alta Toscana e la Pianura Padana.
Essa fornisce uno spunto forte al fine di rilanciare, tanto a livello regionale quanto a livello nazionale, la necessità di collocare il sistema portuale, infrastrutturale e logistico che gravita intorno ai porti di La Spezia e Carrara e al loro retroterra, allo stesso rango del sistema Genova-Savona-Vado.
Entrambi i sistemi portuali sono inquadrati nell’ambito dei corridoi plurimodali europei: quello del Mar Ligure occidentale nel corridoio Reno-Alpi con terminale a Genova, quello del Mar Ligure Orientale nel corridoio Scandinavo-Meditterraneo, attraverso il Brennero.
Ma, mentre la connessione tra il porto di Genova e il sistema territoriale padano è incardinata sulla nuova ferrovia alta velocità/alta capacità del “Terzo Valico”, già interamente finanziato ed in fase di realizzazione, per il porto di La Spezia la soluzione di collegamento con la dorsale del corridoio non ha ancora una precisa definizione, nell’ambito degli scenari europei.
Il finanziamento molto consistente annunciato dal Governo incoraggia, perciò, all’apertura di una nuova stagione di protagonismo del nostro territorio, che incalzi anche la Regione a uscire dall’inerzia che l’ha contraddistinta in questi anni. Occorre darsi l’obiettivo di intercettare l’attività di aggiornamento delle reti TEN-T, che la Commissione Europea è in procinto di avviare, affinché la nuova ferrovia Pontremolese, compresa la realizzazione del tunnel di base indispensabile a un efficiente trasporto merci, sia compiutamente inserita nel disegno infrastrutturale europeo.
Su questo terreno, sarà importante cercare di promuovere e far crescere a livello territoriale, un vasto fronte di alleanze tra le imprese, lavoro, istituzioni locali, coinvolgendo anche le realtà delle Regioni vicine, dell’alta Toscana e dell’Emilia occidentale. Ricucendo un fronte vasto, in grado di coltivare un obiettivo di alto profilo: non solo cogliere le potenzialità di sviluppo legate alle attività portuali e alla logistica in sé, ma anche quelle legate alla capacità attrattiva di ulteriori investimenti produttivi che un’area ben organizzata è in grado di esercitare. Configurando al tempo stesso una linea di sviluppo orientata al riequilibrio modale in favore del ferro, indispensabile sul fronte della sostenibilità ambientale.
Collocate in questo quadro, anche le questioni che abbiamo inteso porre di recente per quanto riguarda l’insufficienza o il dissesto delle infrastrutture stradali, secondarie solo nella definizione ma di primaria importanza, vanno affrontate con un approccio e un senso di responsabilità nuovi.
Nell’ambito del corridoio plurimodale Tirreno-Brennero, gli elementi di viabilità sui quali si discute in questi giorni assumono il rilievo di indispensabili segmenti di adduzione a un sistema che, ai primi cenni di ripresa, rischia di andare rapidamente al collasso, con conseguenze devastanti sul piano economico, ambientale e persino di sicurezza stradale.
Usciamo dunque dal piccolo cabotaggio e da un dibattito asfittico, incagliato su piccole questioni di calcolo locale o di parte. Serve anche su questo fronte un salto di qualità, orientato a costituire una lobby territoriale coesa. Solo questa è la chiave per far sì che i diversi interventi puntuali e specifici possano essere ricostituiti come elementi indispensabili di un disegno strategico e non derubricati a singole questioni locali.
Il segnale arrivato dal Governo c’è e va coltivato, sta alla Regione scuotersi dal torpore e fare la sua parte. Ma molto dipenderà da come le forze locali sapranno mettere da parte inutili dispute e rivalità, mettendo a fattor comune le proprie energie nell’interesse del territorio".
Daniele Borioli
Commissario Pd La Spezia
(foto di repertorio)