Mai come in questo momento difficile, di rabbia, scoramento e disincanto dei nostri militanti e simpatizzanti occorre una guida sicura e pienamente legittimata che conduca il partito verso l'appuntamento congressuale che si terrà presumibilmente in autunno.
Un Congresso che non sarà chiamato soltanto ad eleggere un Segretario ma, soprattutto a definire quell'identità' che, come evidenziato di recente anche dal neo Ministro Orlando, non esiste ancora, persa com' e' nel mare magnum di un pluralismo che più che rappresentare (come dovrebbe) la nostra più grande ricchezza ha costituito, fino ad oggi, piu'che altro un limite.
Insomma, un Congresso che dovrà essere fondativo, Costituente o, quanto meno, "ri-costituente".
Perché mi pare chiaro che si debba cambiare tutto.
Io penso che il successo del Pd si misurerà dalla capacità di passare dalla tendenza, drammatica nella sua costanza, di scegliere la logica del"compromesso al ribasso" invece di ricercare una sintesi "alta e avanzata", nella costruzione di un "metodo nuovo" per un partito " diverso", come avrebbe dovuto essere il PD nella propria idea primigenia e come, del resto, sta scritto (e bene) nello Statuto e nel Codice Etico del PD ( che invito a rileggersi) e che rappresentano la nostra Costituzione.
Il dibattito sul punto e' aperto come aperto dovrà essere il congresso prossimo venturo.
Non sarebbe accettabile, infatti, un Congresso per soli iscritti, appannaggio dei "Signori delle tessere" che abbia quale scopo l' auto conservazione di un gruppo dirigente che ha clamorosamente fallito la propria missione.
Un Congresso con la "selezione all'entrata" dopo aver richiesto agli elettori delle Primarie di sottoscrivere ( con tutto il dibattito e le polemiche che ne sono seguite) un impegno a far parte dell'Albo degli Elettori dietro la promessa di farli contare nei momenti decisivi per la vita del Partito ( e del paese) supererebbe ogni immaginazione ma, ahimè, non è per nulla escluso.
Il Congresso e' l'ultima chiamata.
E Mai come oggi la leadership del Partito ed il profilo politico che il Pd dovrà avere per i prossimi anni dovrebbero essere realmente "contendibili".
Serve una mobilitazione vera e sana, serve rimettere al centro i contenuti della politica e, soprattutto, serve una discussione Franca e onesta che abbia il pregio di ascoltare ( e comprendere) le voci discordanti senza cadere nella tentazione di tacciarle di dissidenza e,conseguentemente, allontanarle.
Una mobilitazione che parta dai Circoli territoriali quelli che, con grande difficoltà, si stanno facendo carico del disagio profondo dei nostri simpatizzanti che non hanno capito ( perche' difficile di per se' ed impossibile se neanche glielo spieghi) il cortocircuito avvenuto nelle drammatiche giornate dell'elezione del Presiedente della Repubblica che ci ha portato tra le braccia di Berlusconi: esattamente ciò che avevamo escluso fino al giorno prima.
Circoli che svolgono una funzione preziosissima ma assai spesso sottovalutata, non adeguatamente sostenuta e male organizzata.
Una funzione di cui ci si ricorda, guarda caso, solo alla vigilia delle consultazioni elettorali.
Segretario PD San Terenzo
Capogruppo Maggioranza Comune di Lerici