Conciliare gli interessi dei commercianti e quelli dei residenti, senza tarpare le ali alla vita notturna. È questa l’idea del Comune e dell’assessore al commercio Lorenzo Brogi: una “movida consapevole” che tenga conto delle lamentele dei residenti, dell’attività dei locali e di chi alla sera si ritrova in centro in compagnia.
Tra le possibilità in campo c’è quella dell’installazione, nelle aree di fronte ai locali, di vele fonoassorbenti che attutiscano l’impatto sonoro dei capannelli, per non disturbare i residenti dei palazzi vicini. Se sarà questa la strada che percorrerà il Comune, sarà necessario anche un passaggio con la Soprintendenza alle belle arti, dato che le vele dovranno essere collegate ai palazzi del centro. Non saranno però gli esercizi commerciali a doversene fare carico economicamente, come era trapelato in un primo momento.
“Non si tratta di un problema legato alla microcriminalità o alla musica dei locali, ma al vocìo di chi si ritrova in centro – ha spiegato oggi Brogi in commissione economia – Non è quindi una tematica collegata direttamente ai locali: con le associazioni di categoria abbiamo concordato che, se installeremo le vele, l’investimento sarà a carico del Comune”.
Nel mirino c’è il superamento dei 70 decibel, registrato con rilevamenti fonometrici durante le ore notturne nella zona del centro. Da qui è partito un confronto tra esercenti e Comune per trovare soluzioni di comune accordo. Fra le proposte ci sono anche l’organizzazione di presidi sanitari con le ambulanze nei luoghi di maggior ritrovo e l’utilizzo di apparecchiature per la rilevazione del superamento di soglie di rumore critiche. Una sorta di misura preventiva che scongiuri gli annosi ‘scontri’ con i residenti.
“Nessuno, nemmeno i residenti che si sono lamentati, ha mai detto che vuole una città morta. Spesso però queste segnalazioni arrivano a notte fonda – ha precisato Brogi – Molti locali conoscono bene il problema, tanto che si sono attivati, anche attraverso campagne di sensibilizzazione nei confronti degli avventori”.
Ma la mano tesa del Comune (anche) verso le lamentele dei residenti non convince tutti, nemmeno all’interno della maggioranza di centrodestra. Appena l’immagine della “città mortorio” ha lasciato gradualmente il passo alla crescita dei flussi turistici e al movimento della vita notturna (a discapito di Sarzana), ecco le proteste di chi in centro ci abita e reclama il diritto a dormire in tutta tranquillità.
Già la precedente amministrazione di centrosinistra aveva cercato di mettere a confronti commercianti e residenti, con un percorso partecipato che aveva però partorito un topolino, con numeri da assemblea condominiale.
“Secondo me ci vorrebbe un po’ più di tolleranza su questa vicenda – ha detto oggi Fabio Cenerini, capogruppo della lista Toti-Forza Italia – Quando ero giovane Spezia era un deserto”.
A invocare “un cambio di mentalità” è Maria Grazia Frijia di Fratelli d’Italia: “Dobbiamo scegliere se essere una città turistica o un dormitorio. In una città accogliente un centro storico deve vivere. Il grosso della movida oggi è in piazza del Bastione: non possiamo dire a questi ragazzi di andare via o chiedere loro di non parlare per non disturbare i residenti. Altrimenti diciamo chiaramente ai giovani che non possono divertirsi nella nostra città. Invito questa amministrazione a fare un salto di qualità: non possiamo vivere sotto il ricatto di chi vuole andare a dormire alle 9”.
Gino De Luca di "Spezia Vince", invece, ha sottolineato come le lamentele dei residenti portino alla luce un problema reale, tanto più che una grossa fetta della popolazione spezzina è composta da persone anziane.
Tra i progetti del Comune per le prossime stagioni estive, inoltre, c’è anche quello di allargare la movida al fronte a mare, una zona della città, giardini compresi, oggi poco sfruttata e in parte in mano allo spaccio e alla microcriminalità. L’ipotesi è di incentivare lo spostamento in quella zona a notte inoltrata, evitando automaticamente il contrasto con i residenti del centro storico.