Stazioni piene, coda per scendere in paese e sentieri congestionati: ogni anno la solita storia e dopo la pandemia i numeri hanno ripreso a salire. Un nodo difficile da sbrogliare quello del turismo che proprio negli ultimi quattro mesi, i dati si riferiscono a gennaio-aprile 2023, ha visto un incremento del 43% di stranieri, 12,5 milioni di persone in più arrivate nel Bel Paese.
Un dato importante se confrontato con i nostri vicini di casa e diretti concorrenti, la Francia infatti si ferma ad un +23%, mentre la Spagna arriva al 25% in più. Da quanto emerge l'Italia convince all'estero, complici i social network, la rappresentazione che si ha del nostro paese spinge moltissime persone a raggiungere lo Stivale da ogni parte del mondo, soprattutto nella bella stagione nella quale una finestra sul mare e un bicchiere di vino bianco fresco diventano il sogno instagrammabile di tanti stranieri.
Dalle foto è però abbastanza facile rimuovere le persone nello sfondo, mentre la realtà delle località turistiche in estate è un'altra, molto meno poetica e di più difficile gestione. La questione turismo è molto complessa, da un lato porta senza alcun dubbio ricadute positive sui territori, dando un forte contributo al tessuto economico e all'occupazione, altra questione da affrontare, specialmente nei paesi piccoli che senza turismo si spopolerebbero.
Dall'altro in alcune zone ha cambiato gli assetti e il modo di vivere il territorio, tanto da aver causato un enorme aumento dei prezzi e la mancanza di abitazioni disponibili per l'affitto a lungo termine: chi decide di trasferirsi per studio o per lavoro fatica a trovare una casa dove stare.
La turistificazione delle città d'arte è un fenomeno non più recente, ma che ha un impatto significativo specialmente sui giovani che non hanno una casa di proprietà. Il fenomeno che si sta vivendo in molte località italiane viene affrontato da sociologi, esperti di turismo ed economisti.
Si parla di "overtourism", ovvero sovraffollamento turistico, turismo di massa. Questo termine ha preso campo, ma spesso nel semplificare si rischia di appiattire una questione multidimensionale. A rendere troppo affollate le aree non sono soltanto i turisti stranieri, ma anche i turisti di prossimità e tutti i visitatori che partecipano a gite in giornata e contribuiscono in maniera minore ai guadagni delle attività economiche locali.
Allora si cercano soluzioni utili per regolare i flussi e fare in modo di coniugare alla possibilità di godere veramente dei luoghi una ricaduta positiva per il territorio. La sindaca di Riomaggiore Fabrizia Pecunia è intervenuta al programma L'Aria Che Tira e ha fatto il punto sulla situazione "Riomaggiore ha 1300 abitanti, le Cinque Terre complessivamente non arrivano a 4000 e abbiamo raggiunto quasi 5 milioni di visitatori all'anno. Senza il turismo oggi le Cinque Terre non ci sarebbero o comunque non sarebbero così rappresentate, anche la Via dell'Amore non sarebbe stata rifatta perche l'investimento di oltre 20 milioni di euro è stato possibile grazie al valore che questo luogo ha dal punto di vista culturale e ambientale."
La riapertura della Via dell'Amore dopo 11 anni, o meglio dei primi 160 metri, prevede un contingentamento delle entrate tramite prenotazione e a pagamento. "Stiamo sperimentando un nuovo metodo di sviluppo che permetta ai visitatori di avere a disposizione una guida turistica che spieghi il valore di questo luogo, mettiamo le persone nelle condizioni di capire quanto sia importante tutelare questo luogo e conoscerne le caratteristiche."
Il nuovo modello di sviluppo non mette però d'accordo tutti, a molti infatti pteoccupa una gestione troppo ristretta e una "privatizzazione degli accessi". Ad essere esclusi dal pagamento di questo ticket sono soltanto i residenti del Comune di Riomaggiore, gli ex residenti e i proprietari di seconde case. I residenti dei comuni limitrofi dovranno quindi pagare, anche di quelli che fanno parte delle Cinque Terre: Monterosso e Vernazza. Non solo, la Via dell'Amore, attrazione per eccellenza dei cinque borghi, è esclusa dalla Cinque Terre Card, il biglietto cumulativo che comprende treno e sentieri e permette di distrubuire le persone sui cinque borghi.
La protesta di associazioni, pro loco e residenti ha preso il nome di "L'Amore non ha prezzo" un chiaro riferimento ai 5 euro che si chiedono in cambia della percorrenza della strada più romantica del mondo. Tra le criticità sollevate anche la gestione, una piattaforma autonoma che andrebbe, secondo i contrati, a frammentare la gestione dell'area e ad indebolire il coordinamento del Parco Nazionale.
L'amore non ha prezzo, ma la passeggiata romantica da fare con la propria metà lo ha e deve essere prenotata con anticipo.
I pareri si dividono: far pagare e limitare gli accessi per mantenere il territorio oppure ingiusto far pagare tramite una piattaforma privata un servizio tornato fruibile grazie ai fondi pubblici. Solo il tempo ci dirà quali saranno gli effetti di questa scelta.