L'Italia sale al terzo posto nella graduatoria dei prezzi del gasolio alla pompa più alti d'Europa.
Per le imprese di autotrasporto la stangata è pesantissima perché condiziona fortemente la principale fonte di energia utilizzata per alimentare i motori dei camion tramite i quali si svolge il loro lavoro. Un gravoso fardello a cui si aggiungono gli aumenti di tutte le voci di costo correlate a questa attività. In particolare, l'aumento del 2% sulle tariffe che ASPI ha applicato a decorrere dal primo gennaio 2023 sulle tratte autostradali di cui è concessionaria. Una impresa di autotrasporto percorre mediamente il 70% su tratte autostradali e questo aggiornamento costerà circa 300 euro l'anno per ogni veicolo di cui ha disponibilità. Una misura, peraltro, in palese contraddizione con i disagi, consistenti e purtroppo anche drammatici, ascrivibili al comportamento di Autostrade per l'Italia nella gestione della rete autostradale di sua competenza. Criticità accertate, e già sanzionate dall'Autorità di regolazione dei trasporti, che continuano a determinare gravi danni all'economia, soprattutto alle imprese di trasporto, a causa dei maggiori tempi di percorrenza che si riverberano inesorabilmente sui costi di gestione e sulla qualità della vita.
"Il risultato è che dal 1° gennaio scorso i pedaggi autostradali e il rifornimento per un veicolo pesante incideranno per 10.300 euro in più l'anno sulle casse delle società di trasporto - dichiara Stefano Crovara Presidente Cna Fita La Spezia - Una stima che si riferisce a un singolo mezzo e che di certo in Liguria è destinata ad aumentare a causa dei tempi spesi troppo spesso in coda e dei rallentamenti dovuti ai cantieri autostradali".
"Una situazione insostenibile – conclude Crovara - nell'immediato chiediamo perlomeno un intervento in grado di riportare il prezzo del gasolio alla pompa al livello medio europeo".