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Caro carburante, Fai Liguria: "L'autotrasporto è in attesa di risposte"

La Federazione autotrasportatori italiani parla di "costi insostenibili" e chiede al Governo risposte urgenti.

 

"Sin dall'inizio del 2022 la media è del +36% rispetto al prezzo medio di riferimento di gennaio 2021 a causa dello scoppio del conflitto russo-ucraino - spiega il presidente di Fai Liguria Davide Falteri - Per la stragrande maggioranza delle imprese è stato necessario ribaltare sul cliente quota parte degli aumenti del prezzo del gasolio, aggiungendo alle tariffe di trasporto una voce extra".

Con il Decreto Legge n. 50 del 17 maggio 2022 sono state disposte 'Misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi Ucraina'.

"È stato in sostanza riconosciuto un contributo straordinario, sotto forma di credito di imposta, nella misura del 28% della spesa sostenuta nel 1° trimestre del 2022 per l'acquisto del gasolio impiegato dai medesimi soggetti in un periodo in cui né il mercato né alcun'altra misura hanno potuto controbilanciarne l'impatto", spiega Falteri.

"A oggi – si unisce il vicepresidente di Fai Liguria Claudio Sensi - siamo ancora in attesa del codice tributo per compensare i crediti d'imposta del 1° trimestre (con 5 mesi di ritardo) e non abbiamo alcun aggiornamento su quando sarà possibile compensare il credito e quale importo sarà riconosciuto per il 2° e 3° trimestre".

Un aiuto parziale lo ha dato la committenza con il riconoscimento del Fuel surcharge, un supplemento addizionale rispetto alla tariffa in vigore calcolato sul prezzo medio mensile del gasolio, rilevato ufficialmente e pubblicato dal Ministero dello Sviluppo Economico.

"Al cliente viene applicata una riduzione o incremento di questa addizionale solo nel caso in cui si registri una variazione significativa tra un mese e l'altro – aggiunge Claudio Sensi - Il Fuel surcharge (supplemento carburante) viene effettivamente addebitato al cliente, ma la restante parte dell'incremento resta a carico dell'azienda (circa i due terzi). Su questo punto prioritario attendiamo date e risposte urgenti dal Governo".

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