La stretta anticovid chiude da lunedì il servizio al tavolo e al bancone in bar, ristoranti, pizzerie, agriturismi e ittiturismi anche in Liguria, che rientra nuovamente in zona arancione, diventando rossa, come il resto d’Italia (ad eccezione della Sardegna), per gli appuntamenti delle feste di Pasqua e Pasquetta. Un durissimo colpo per i circa 600 agriturismi e ittiturismi diffusi sul territorio regionale, con l’arrivo della primavera che segna, per molti, l’inizio della stagione, dove le temperature più miti permettono di stare all’aria aperta sia in riviera sia nell’entroterra.
“Purtroppo con questa nuova, necessaria, stretta - affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – si rende ancora più critica la situazione dell’intero sistema della ristorazione, con le difficoltà che si aggravano e travolgono a valanga interi settori dell’agroalimentare Made in Italy con tagli ad ordinativi per vino, birra e cibi di qualità. A livello nazionale si calcola che 300 milioni di chili di carne bovina, 250 milioni di chili di pesce e frutti di mare e circa 200 milioni di bottiglie di vino non siano mai arrivati, nell’ultimo anno, sulle tavole dei locali, con decine di migliaia di agricoltori, allevatori, pescatori, viticoltori e casari che continuano a subire la situazione assieme ai ristoratori.
Servono dunque interventi e misure di sostegno per l’intera filiera, a partire dal decreto Sostegno all'esame del Governo per salvare il sistema agroalimentare nazionale. Infine è bene ricordare che gli agriturismi spesso situati in zone isolate della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche e possono quindi essere un tassello molto importante per la ripartenza futura”.