“Alla fine di luglio il Decreto Rilancio ha stabilito che potevano far domanda di contributo a fondo perduto anche le imprese che, pur non avendo i codici Ateco delle attività che erano dovute rimanere chiuse, risultavano aperte dal 1° gennaio 2019 e ricadenti nei Comuni colpiti da eventi calamitosi pre-Covid” spiega il direttore Cna La Spezia Angelo Matellini.
“Le imprese con domicilio fiscale o la sede operativa nei comuni colpiti da calamità naturali - Prosegue Matellini - nei quali lo stato di emergenza era ancora in vigore al 31 gennaio scorso, hanno potuto presentare richiesta di contributo a fondo perduto indipendentemente dalla riduzione del fatturato. Le domande dovevano essere inviate entro il 13 agosto scorso. Ovviamente sarebbe stato riconosciuto loro il bonus minimo, quindi 1.000 euro per le ditte individuali e 2.000 euro per le società. La stessa Regione Liguria aveva rilanciato l’informazione allegando l'elenco dei comuni con eventi calamitosi, tra cui la stragrande maggioranza di quelli della provincia spezzina, 25 comuni su 32”.
“Come Confederazione nazionale dell'Artigianato e piccola e media Impresa abbiamo curato e presentato 101 domande e solo 33 di queste hanno visto accolta la richiesta e liquidato l'importo, per tutte le altre istanze se si va sul sito dell'Agenzia delle Entrate si legge ‘istanza in lavorazione’. Ovviamente, siamo intervenuti presso Ministero e Agenzia dell’Entrate per capirne le ragioni visto che non si riesce neppure a comprendere qual è stato l’ordine con cui si è vagliato le richieste, se territoriale, alfabetico o cronologico. Il MEF ha già fatto sapere che erano finiti i fondi e stavano cercando di fare una variazione di spesa per trovare le risorse. Tale situazione ci fa riflettere sulla necessità di definire con maggiore chiarezza le risorse disponibili per indennizzi e ristori alle imprese e i tempi degli stessi, altrimenti si rischia di fare solo dei pericolosi proclami che consumano la fiducia di imprenditori e artigiani”.
Emanuela Cavallo