Il potenziamento al 110% degli incentivi fiscali per i lavori di efficientamento energetico e per l'edilizia sostenibile può generare una scossa positiva all'economia. CNA valuta in modo positivo il rafforzamento dello strumento ed apprezza che nel DL Rilancio sia stata introdotta, finalmente, la possibilità di trasformare le detrazioni in crediti fiscali cedibili anche alle banche e intermediari finanziari. La Confederazione auspica che il contributo venga esteso anche alle seconde case e agli immobili strumentali.
Tuttavia, l'associazione di categoria ribadisce il rammarico per la conferma dello sconto in fattura che trasferisce, in modo assolutamente ingiustificato, alle imprese l'onere di anticipare il contributo statale riconosciuto al committente. Si tratta di una discriminazione e penalizzazione nei confronti delle imprese più piccole come riconosciuto in più circostanze dalla stessa Autorità garante del mercato e della concorrenza. La possibilità di cessione del credito a intermediari finanziari compensa solo in parte l'evidente svantaggio competitivo e limitatamente alle detrazioni al 110%.
È necessario che il Parlamento abroghi lo sconto in fattura almeno per gli interventi con incentivi fiscali nel limite del 50% e del 65%, che rappresentano circa i due terzi del mercato della ristrutturazione edilizia, o in alternativa elevi del 10% le detrazioni che non rientrano nel superbonus al 110% per consentire alle imprese di recuperare in parte i costi per la cessione del credito.
L'efficacia delle nuove misure rimane però subordinata alla semplicità e alla velocità del processo necessario a certificare la legittimità dei crediti di imposta e a gestirne la cessione. In questo sarà utile la disponibilità e un approccio collaborativo da parte del sistema bancario per sviluppare al massimo il potenziale dell'Ecobonus e del Sismabonus come volano per la ripresa dell'economia.