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Un libro racconta Rino Mordacci, uno dei più importanti scultori spezzini In evidenza

La presentazione al CAMeC. Ingresso libero.

Mercoledì 17 aprile alle ore 17, con ingresso libero, il CAMeC ospita un incontro dedicato ad una delle più importanti voci della scultura spezzina, Rino Mordacci (1912 – 2007). Con l’intervento dei curatori Pier Luigi Acerbi, Mara Borzone, Valerio Paolo Cremolini e Marzia Ratti, sarà presentato infatti il volume dal titolo Rino Mordacci hanno scritto di lui (ed. del Porticciolo, La Spezia 2018).

 

Sarà l’occasione per conoscere e approfondire la lunga attività dell’autore, iniziata a metà degli anni '30 e terminata nel 2007, con la sua morte, attraverso la presentazione di una preziosa antologia di scritti: 57 fra artisti, critici, scrittori, amici o semplici appassionati hanno raccontato i sessant'anni di lavoro di Mordacci, in ben 187 contributi ordinati cronologicamente, e, in molti casi, avvincenti come un romanzo. I suoi temi sono la fede, il Vangelo, la famiglia, la dimensione manuale del lavoro, la realtà contadina di un passato più immaginato che reale, la guerra e i suoi disastri.

Il suo linguaggio plastico, a metà fra realismo ed espressionismo di matrice tedesca, ha assorbito la lezione di Carmassi, di Arturo Martini, di Pericle Fazzini e del primitivismo italiano; è colto e profondo, in contrasto con la sua personalità schiva, lontana solo in apparenza dalle correnti coeve. Il volume, che segue il primo Mordacci a Sant'Anna (Acerbi, Borzone, Cremolini, ed. del Porticciolo, La Spezia 2017) è un nuovo omaggio voluto da don Italo Sommi, fra i suoi principali committenti.

Rino Mordacci (La Spezia 1912 – 2007) fu allievo dello scultore Enrico Carmassi (La Spezia 1897 - Torino 1975), che, fra il '37 e il '40 lo invitò alle mostre del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti; nel '35 iniziò a collaborare con la Ceramica Vaccari di Ponzano Magra dove, nel dopoguerra, realizzò diverse piccole terrecotte policrome e lavori per le chiese di San Paolo e di Sant'Anna alla Spezia; eseguì inoltre numerosi bassorilievi su coppi ed embrici recuperati nei magazzini della Vaccari e ad Agnino (Ms).

La sua attività espositiva fu intensa in ambito locale e nazionale: partecipò e fu premiato ad alcuni Littoriali (Genova '37, '38, '39, Palermo '38, Trieste '39, Bologna '40). Nel '37 espose alla II Nazionale di scultura di Napoli, quindi nelle Regionali Genovesi del '46 e del '56; tenne numerose personali, nel '51 fu al Premio Vado Ligure e venne invitato alla animatissima VII Quadriennale di Roma ('55 -'56), tappa fondamentale della sua carriera.

Nel '58 e nel '60 espose al Premio Suzzara, grande momento di aggregazione fra gli esponenti del realismo italiano allora in auge, e alla Biennale d'Arte Sacra di Bologna. Nel '59 aderì con gli spezzini Giovannoni, Datola e Prini al Gruppo La Spezia, guidato da Ferruccio Battolini, con il quale espose alla Galleria Giardino a Lugano, quindi, nel '67, espose all'International Festival of Arts a Palm Springs in California. Sono sue le porte bronzee dell'Ammiragliato alla Spezia ('88) e della chiesa di Bolano (Sp, '89).

La sua produzione è talmente estesa da non essere quantificabile in dettaglio, né esiste un corpus del suo lavoro; è presente in più di 40 edifici religiosi e civili dello spezzino e in collezioni private italiane ed estere.

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